AFFINITÀ ELETTIVE

    La Stefani trasmette regolarmente il testo dei telegrammi di devozione e di omaggio che arrivano all'on. Mussolini. Sono metri e metri di quei lunghi fogli poligrafati, che invadono i tavoli di redazione. I giornali fascisti, neppure essi, li danno completi: un po' per ragioni di spazio, un po' per un ultimo lucignolo di pudore, che deve ancor mantenersi negli umili pennaioli addetti alla bisogna. Eppure, si deve leggerli. Come esercizio di umiltà, obbligatorio per chi si dichiara antifascista. A costoro - ogni tanto se ne scopre uno - io farei recitare, come litanie, gli elenchi della Stefani: "Persuaditi, fratello mio, della solitudine che tu dovrai affrontare, e dei radicchi di cui converrà che tu ti cibi"!

    Vero é, che nella vastità di questi elenchi, pieni di Alalà come cestinelli di fichi secchi, affiorano qualche volta delle cose grandi. Come questa:

    Da Milano. - Prendendo possesso Parrocchia San Simpliciano invia Duce ossequi deferenti promette religione patria diffondere giovani e popolo. Sacerdote Adolfo Ribolta prevosto.

    E quest'altra:

    Da Amantea. - Gioventù cattolica italiana amanteana inaugurando circolo San Gabriele della Addolorata consacrando suo ideale gloria Dio bene Re patria pregiasi rendere anche omaggio V. E. grande assertore libertà educazione cristiana cattolica. Assistente ecclesiastico parroco Fuoco.

    E quest'altra:

    Da Troia. - Cento governi anche di Sicilia hanno da 30 anni promesso costruzione secondarie. Voi avete di già appaltato lavori giungavi Osanna questo popolo esultante. Il sindaco Polizzi.

    Ma di solito, gli elenchi sono aridi come orarii di ferrovie: i nomi delle borgate, dei parroci e dei segretarii dei fasci si distendono a perdita di vista: e un uomo normale di Parigi o di Zurigo, la prima domanda che si pone é questa:

    "Quale vantaggio può avere il governo dalla pubblicazione di tutte queste adesioni, che nessun giornale pubblica: o che se pubblica, nessuno legge: o che se qualcuno legge, non lo persuadono, e subito sospetta che siano estorte o carpite?".

    Ma le domande che rivolgono a se stessi gli uomini normali di Parigi o di Zurigo, sono stolte, di fronte a queste trovate "genialissime e italianissime" della fervida Romagna.





    E dico Romagna a ragion veduta. Oltre all'on. Mussolini, io conosco un altro uomo, in Italia - uno solo - che faceva stendere e pubblicare elenchi di adesioni lunghi come quelli dell'Agenzia Stefani. Ed é Capitan Giulietti.

    Il sistema é identico. Quando pare all'on. Mussolini di percepire una certa stanchezza negli applausi sagraioli, egli fa un cenno: e da tutte le provincie la pioggia dei telegrammi raddoppia, e i poligrafi della Stefani accelerano il loro ritmo plebiscitario. Quando accade a Capitan Giulietti di constatare l'esistenza di una pattuglia di dissidenti, egli spedisce a bordo delle navi i raccoglitori di firme: per turno piroscafo per piroscafo, i nomi dello Stato maggiore in testa, le firme di intieri equipaggi, migliaia e migliaia, occupano pagine intiere dei giornali amici. E Giulietti raccomanda: "Grosso, bello grosso! Molto titolame! E che sia interlineato!... Giù interlinee, boia d'una madona, giù interlinee, altrimenti sui bordi non se ne accorgono nemmeno!". (Perché Giulietti, oltre a tutto, é un grande impaginatore: Giulietti e Missiroli sono i due meglio impaginatori che abbia veduto: solo che Missiroli ama il titolo del primo articolo su una colonna, discreto, "pulito"; Giulietti vuole i piastroni, con il cliché di un uomo nudo che acchiappa un'idra per i testicoli, ed é il lavoratore del mare).

    L'unico interprete dei lunghi elenchi della Stefani può essere dunque, il promotore degli elenchi marinari. Solo la Romagna spiega la Romagna. I due si incontrano perfino nella loro concezione della propaganda spicciola. Giulietti capo dell'Ufficio Stampa di Palazzo Chigi: che dinamismo! La "Vita" di Mussolini scritta da Giulietti: che documento!

    Chiniamo la fronte dinanzi a loro. Essi conoscono gli italiani meglio, assai meglio di noi. Se continuano a diramare quei plebisciti a lungo metraggio, vuol dire che sanno quello che fanno. Gli uomini normali di Parigi e di Zurigo non vedono, ciò che questi due veggenti vedono. Gli elenchi delle adesioni impiegati dall'uno e dall'altro, all'identico fine, sono il segno comune di una occulta, rabdomantica saggezza nel pascolare gli armenti, che noi non possediamo. Romagna solatia, dolce paese!

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