DAL TACCUINO DI POCOCURANTE

Il crepuscolo degli eroi

    Il processo troppo precipitosamente intentato dall'On. Farinacci alla Giustizia ci ha offerto, fra le altre cose, anche uno spettacolo di profondo e commovente significato psicologico. Per la prima volta forse dopo l'armistizio si sono trovati a faccia a faccia nella solennità graveolente di un tribunale e si sono guardati negli occhi (ma voglio sperare che una coppia d'occhi fosse chinata verso il suolo...) le due razze di eroi ché si sono sempre avvicendate nel mondo: gli eroi di Eschilo e gli eroi di Plauto.

    Stralcio questi pezzi di cronaca:

    "Sale sulla pedana il tenente Annibale Carletti, decorato di medaglia d'oro. Egli dichiara che non può dire se durante il maggior periodo di durata della guerra, Farinacci si trovasse a Cremona. "Io dal primo all'ultimo momento della guerra sono rimasto in trincea". Soggiunge poi che per sapere se un cittadino abbia fatto o meno, la guerra, basta prendere visione del suo stato di servizio, che deve apparire dal foglio matricolare. Ricorda che quando egli era consigliere all'Associazione Combattenti di Cremona, la domanda di ammissione a socio avanzata dal Farinacci venne respinta perché non possedeva il richiedente i titoli sufficienti per appartenervi.

    Gonzales - Perché non aveva i titoli sufficienti?

    Teste - Perché non risultava essere stato in linea di combattimento.

    A questo punto l'on. Farinacci contesta di aver chiesto di entrare a far parte dell'Associazione Combattenti, quando tutti i combattenti erano comunisti.

    Teste - Respingo sdegnosamente questa accusa. Gente che era rimasta in trincea dal principio all'ultimo giorno di guerra: soldati che hanno saputo soffrire e morire nel nome d'Italia, sono dei salvatori della patria e non dei comunisti!

    Gonzales - I titoli di combattente dell'on. Farinacci davano diritto alla croce di guerra?

    Teste - Non so se la croce di guerra sia più un titolo di merito al valore: so che i miei soldati, che hanno combattuto e salvato l'Italia a Passo Buole, non hanno avuto la croce di guerra, mentre alcuni individui che per tutta la durata della guerra rimasero a Udine o a Verona l'hanno avuta.

    Il teste Mombelli dichiara che l'on. Farinacci non era stato accettato all'Associazione Combattenti perché non possedeva i titoli sufficienti di combattente. Ricorda che quando si seppe che al Farinacci era stata assegnata la croce di guerra, vi furono a Cremona dei combattenti, numerosissimi, i quali non vollero più fregiarsi di tale decorazione".

    Ahimè! Gli eroi di Eschilo galoppano verso la leggenda; essi sono sempre gli eroi di ieri, perché non pensavano ad imbandire la tavola per oggi. Questa è per gli eroi di Plauto.





Realtà

    Osservazioni piene di acume e di senso storico in questa nota del Cri de Paris:

    "On a dit, un peu hâtivement:

    - Primo de Rivera, c'est un Mussolini espagnol.

    Mais non. Il y a entre les deux hommes une différence essentielle. L'un est un civil, l'autre un militaire; dans un match d'autorité, le second, malgré la répùtation du "sabre", est fortement handicapé. Le sabre, c'est le réglement, la hiérarchie, la consigne, le commandement sur les inférieurs, à condition qu'il y ait des ordts supérieurs. Quand le sabre est seul chef, il ne sait quo faire de sa suprématie. De cela, il y a maints exemples. Chez nous, le 2 décembre a été exécuté par des sabres, mais commandé, organisé, dirigé par des civils.

    Et puis, quand le chef militaire n'a pas été désigné par des victoires éclatantes, incomparables, comme notre Bonaparte, il y a maints égaux qui n'ont aucune raison die s'incliner devant lui. Ses pairs sont à tout instant dés concurrents, en attendant qu'ils soient des juges, selon le réglement.

    Tandis qu'un civil, comme M. Mussolini, s'il sort de la légalité, c'est qu'il n'en a jamais eu le souci; elle ne l'embarrassait pas quand il était révolutionnaire; elle ne l'embarrasse pas davantage quand il devient gouvernement. D'ailleurs, il n'a à compter avec ausun de ses "pairs" parce que nul n'est son égal; il s'est fair seul; il a créé son instrument. Le fascisme sans lui n'est rien; avec lui, le fascisme est tout. Il peut s'appuyer sui le fascisme en toute sécurité".

    È questa la principale ragione per cui, specialmente in un paese dilettante di anarchia come il nostro, il movimento dei "combattenti" e lo stesso arditismo fiumano, malgrado le sue pingui riserve di spirito anarcoide, dovevano disperdere in breve tempo il meglio delle loro forze, e vedersi, bon gré mal gré, adoperati in sottordine come strumento in mano dei politicanti.

Che furbi!

    Al congresso delle leghe italiane per le cooperative, tenuto a Milano alla fine di settembre, l'on. Dugoni appoggiò la cosidetta "tattica dei contatti" con le seguenti considerazioni:

    "La Camera attuale assicura al Governo una esistenza tranquilla per altri 2 anni. Poi verranno le elezioni fatte con la legge elettorale imposta da Mussolini e seguiranno altri 5 anni di vita parlamentare ancora più tranquilla, se è possibile, dell'attuale. È stolto pensare che in questo lungo periodo di Governo un uomo come Mussolini si lasci sfuggire il modo di plasmare della sua impronta lo spirito della Nazione.

    "Poste queste premesse - ha concluso l'onorevole Dugoni - non resta alle organizzazioni proletarie che una via: praticare la politica dei contatti, la quale permetta, ad essi di condurre una esistenza pacifica a lato delle altre organizzazioni. Poi verrà il nostro turno che potrà essere facilitato ed affrettato dagli errori degli avversari".

    Diplomaticone, l'on. Dugoni! Egli vuole i contatti e non vuol perdere il turno. Certamente questo duplice desiderio si può appagare ai balli pubblici o in altri luoghi pubblici.

    Quale meraviglia se con plenipotenziari di questo calibro il partito socialista sia stato randellato?