LA LOTTA DELLE GENERAZIONI
V.Soluzione fascistaColla costituzione del Gabinetto Mussolini, le generazioni nel fascismo sono state nettamente divise: da una parte quella che poteva inquadrarsi nella nuova funzione conservatrice, dall' altra i giovanissimi, che hanno contribuito attivamente a provocare un rivolgimento politico da cui fatalmente sono stati esclusi. Eppure questa è stata la vera "generazione fascista" come quella che la precede si può definire la "generazione socialista". Il quarantenne Mussolini, Presidente del Consiglio Italiano, è l'esponente di una generazione, che passò per tutti i sovversivismi, da quello politico a quello letterario, per inquadrarsi nella vita, e, finalmente, attraverso l'esperienza della guerra, ha conseguito lo scopo dopo aver esaurito la maggior parte della sua energia sovversiva, nei vari atti contro 1'ordine ed il benessere giolittiano. Questa generazione, che si può chiamare Mussoliniana, come la precedente si definisce giolittiana, tentò con mille mezzi, col sindacalismo, col socialismo, col futurismo, col nazionalismo, col repubblicanismo, di sbalzar dal seggio i padri ed occuparne il posto e finalmente ha ottenuto lo scopo, dopo aver acquistato una più calma visione dalle tante e varie lotte vissute. Così per il momento non chiede che di sedere al posto occupato e d'essere lasciata tranquilla: i vecchi, gli ultimi vecchi, si sono ormai messi a ritroso e non tenteranno davvero di disturbare e guai ai giovani se tenteranno di muoversi troppo presto. Questa generazione difenderà i posti conquistati con ogni mezzo; avendo oscillato fra tutti i sovversivismi, avendoli tutti vissuti, intende difendere con energia lo Stato e la propria posizione conservatrice, tuttavia minata pericolosamente da vari residui di sovversivismo giovanile, non ancora esaurito. La vittoria della generazione Mussoliniana è caratteristica e risulta chiaramente se si considerano naturalmente e senza dare al confronto un valore assoluto, le due figure di Turati e Mussolini. Turati con i suoi sessantacinque anni appartiene alla generazione giolittiana; il suo fondo è ottimista, confida nelle cose e nella bontà degli uomini, crede il domani migliore dell'oggi; nel periodo del dopo guerra, in un certo momento, se avesse osato, avrebbe avuto larghe possibilità di successo, innanzi a sé, ma è stato lento, impacciato, accontentandosi troppo delle piccole cose. La sua ambizione è stata troppo modesta, la sua onestà eccessiva, per conquistare e mantenere il grande successo politico, il suo rispetto per gli uomini, le sue pacate riserve, la sua tranquillità, belle doti di saggezza per chi intende mantenersi al di sopra della mischia, sono state in lui debolezze irrimediabili e decisive in un periodo di lotta accanita di generazioni, di gruppi, di partiti, di ceti, in un periodo in cui il posto alla vita lo si conquista e lo si mantiene con i mezzi più brutali e più decisi. Turati è lento: la sua fiducia, il suo ottimismo sono in lui il prodotto del periodo patriarcale di Giolitti, a cui ripensa ostinatamente con nostalgia, ed in cui ha il miglior periodo della sua vita di politico! Sognare la pace quando c'è la guerra, è il primo elemento di insuccesso per un politico che vuole agire in quel periodo e vincere. Mussolini è pessimista, teme di non arrivare, raddoppia la sua energia, si ride dei pudori dei programmi, delle idee. Quello che vale per lui è arrivare, e arriverà, con ogni mezzo, al posto di comando, confermando ancora una volta che l'energia è essenziale nelle idee politiche. Mussolini è furbo ed energico, pare un forte, ma è soprattutto abile. I programmi e le pregiudiziali che nella corsa del dopoguererra lo impacciano, sono da lui rapidamente gettati, gli abiti più opposti indossati nel momento favorevole e subito svestiti, appena urtano colle circostanze. Bisogna servirsi dell'ondata e farsi quindi leggeri, galleggiare sulle circostanze, per essere trascinati: giù quindi il tendenzionalismo repubblicano, che ostacola, giù le ostilità e le intransigenze verso i gruppi parlamentari quando si tratta di entrare alla Camera e non essere isolato. Arrivare, ecco l'importante, il fine, e subito dopo il fine sarà di restare ed a questo fine sarà compiuta ogni transigenza. Il sessantenne Turati si gingilla tre anni per decidersi ad andare al Quirinale; Mussolini non esita una minuto ed alla prima crisi ministeriale, senza abbandonare il tendenzionalismo repubblicano, va dal Re. Poi, quando più tardi Turati si decide a salire il Quirinale nel luglio 1922, il quarantenne Mussolini, meno scrupoli e più energia, marcia già verso il Governo: e lo forma proprio quando Turati ed il suo gruppo escono dal P. S. per realizzare il loro programma collaborazionista. Anche un confronto tra il sessantenne D'Annunzio e il quarantenne Mussolini riesce utile e porta alle stesse conclusioni. Col gabinetto Mussolini, dunque, le generazioni si dividono: da una parte, nella nuova funzione conservatrice, la generazione che fece la guerra, la nuova generazione paterna dall'altra, gli adolescenti, gli squadristi. I giovanissimi ora, dopo il grande sforzo, sono disorientati e ripiegati su se stessi, senza fiducia, abbattuti, quasi vecchi, prima di essere stati giovani. Li hanno accettati soltanto nella Milizia Nazionale, ma, ripetendosi ogni giorno, anche montare la guardia a Montecitorio diventa o una cosa monotona e non tarderanno a stancarsene. Nelle Sezioni del fascio sono poi entrati i loro padri e questo basta per allontanarveli. Bisogna badare a questa generazione, non irrigidendosi nello studio delle idee, analizzandone i sentimenti e le fasi che possono percorrere, perché le metamorfosi dei sentimenti nelle generazioni spiegano molto. I giovani non hanno mai costituito elemento di conservazione per i governi e per l'ordine costituito. Questa generazione di giovanissimi, quando vorrà inquadrarsi nella vita, chiederà la sua rivolta perché sente troppo pesare su di sè la guerra, come una condanna, per non tentare di scrollarsela di dosso: oggi sono vecchi, prima d'essere stati giovani, ma forte è in loro il rancore dell'adolescenza mancata e degli entusiasmi così presto abbattuti! GRILDRIG.
(FINE). |