LETTURE

    GEORGES AIMEL La politique et lc récl. - (Paris, Grasset, 1923. 6 fr. 75. - Coll. Politeia).

    Ammiriamo, una volta di più, l'istintiva e prodigiosa abilità degli scrittori francesi. Con qualche spunto vivace, due o tre riflessioni che denotano - più che penetrazione od originalità - l'efficacia delle tradizionali consuetudini di socievolezza ed arguzia, essi compongono un libro interessante e piacevole, magari su dati di seconda mano o senza spingere a fondo le analisi, ma in compenso del difetto di inquadratura teoretica troviamo, anche nei giochi di penna più superficiali - insegnamenti non pedanteschi, né inutili. È il caso di La politique et le réel, di Georges Aimel "filosofo politico, democratico e repubblicano" formatosi, tecnicamente, alla scuola di Maurras, il quale ha inteso abbozzare un manualetto delle idee generali e dei problemi essenziali che si presentano oggi ad ogni libera intelligenza, desiderosa di chiarezza.

    "Qu'est-ce la Politique?

    "La Politique est l'art de gouverner une nation en vue de lui assurér une situation intérieure la plus favorable qu'il soit possible, ensuite une position privilégiée pour sa sécurité et son prestige vis-à-vis des autres nations, et ce au mieux des difficultés et des nécessités d'une époque déterminée. Comme tout art, technique ou science, la Politique a pour champ d'application le Réel.

    "Le Réel, au sens le plus général, c'est l'entsemble des résultantes que produisent l'interaction et l'opposition des faits. Dans le domaine de la Politique, le Rèel est l'ensemble des faits psychologiques, économiques et sociaux par quoi est constituée la vie collettive d'un groupe plus au moins étendu..." (p. 25-26). E poiché nelle epoche in cui la struttura sociale si trasforma, l'equilibrio tra la politica e la realtà - afferma l'Aimel - si rompe, conviene analizzare i vari elementi che si trovano in presenza e cercar di esprimere alcune direttive che paiono salutari.





    In questo volumetto adunque, vengono studiati successivamente: i motivi dell'indifferenza politica professata dalla maggioranza dei contemporanei, i rapporti degli intellettuali con la politica, e i mestieranti della vita pubblica, e infine è abbozzato un metodo efficace per uscir dal marasma ("pédagogique d'abord") e avviarsi sulla strada di una democrazia corretta e rinnovata. L'autore nota anzitutto la mancanza di coordinamento tra la vita politica e la realtà economica (p. 34. È curioso come egli non osservi, che, in fatto, le relazioni reciproche esistono però con importanza inversa: sono gli affari a determinare la politica), descrive ed esamina i fattori dell'opinione, patrocina le rappresentanze professionali e l'istruzione tecnica e industriale. Vuole l'organizzazione della democrazia, e conclude: "L'Europe, qui a subi dans son organisation traditionnelle une subversion formidable, manque d'armature. La démocratie même avec ses imperfections naturelles peut seule la lui fournir; ori n'a pas le choix, elle seule subsiste dans son devnir, sinon dans sa forme achevée. C'est pourquoi tout proclame la nécessité de hâter son avènement".

    Tutti i temi sfiorati in questo libretto suggestivo sono trattati con spirito moralistico, con gusto di scrittore (vi è un'apostrofe a Marianna graziosissima): Georges Aimel è, sino a prova contraria, l'honnête homme classico che si pronuncia sulla politica. Il pregio delle sue note è appunto nell'aneddoto, nella considerazione rapida e intelligente di un problema. Spirito aperto e brillante, l'Aimel ci ha dato una serie di istruttive divagazioni e non un saggio meditato ed approfondito: dobbiamo guardare alla franca onestà dei suoi criteri di giudizio. Il suo autore rimane, evidentemente, Tocqueville: per chi si è interessato degli avvenimenti del dopoguerra, la guida sembrerà insufficiente. Discorrendo di democrazia, l'Aimel non ha neppur pensato a quelle forme laburistiche di collaborazione sociale che sono l'incognita e la speranza dell'avvenire. Anche in ciò si è conformato alle tradizioni del suo paese, che hanno dato alla lotta proletaria carattere declamatorio e fittizio.


A. Cj.