I SEGRETI DEL REGIME
La politica dei tresetteUn lettore ci ha scritto domandandoci candidamente quale linea politica debba oggi seguire il cittadino onesto che ama il suo Paese. Ma, prima di tutto, noi domandiamo a lui: ha proprio bisogno di occuparsi di politica? Non può dedicare invece i suoi ritagli di tempo al giuoco delle bocce? O a quello non meno ricreativo del tresette? Non gli basta che altri vi pensi per lei? Stia tranquillo che oggi proprio c'è chi se ne cura, e come. Perché vuole ammattirsi in questioni che gli sono più astruse del cinese? E poi non vede che ormai la politica è passata di moda? Adesso si parla di sport, di caro-vita - purtroppo -, di fatti di cronaca. Ma delle idee per modo di dire - di Menè Modigliani o di Arturo Labriola la gente se ne infischia. Decadenza dei tempi? Andiamo via. Ormai è opinione generale, è nell'aria che i famosi "diritti dell'uomo" sono stati la più grossa fesseria del secolo dei lumi. E il fatto che nessuno si lagna dimostra che lo sfogo politico non è uno sfogo naturale dell'uomo, ma una specie di colera diffuso da un numero ristretto, molto ristretto di individui. Basta mettere in quarantena costoro, e il male è debellato. (Dal Piemonte, giornale mussoliniano di Torino, settembre). I "piazzisti" del fascismo"Per il movimento fascista, per il Governo Nazionale, l'inquadramento politico dei piccoli e dei piccolissimi centri riesce difficile". Ma c'è un mezzo infallibile per riuscire: "Vi è in tutti i piccoli centri un più o meno notevole nucleo di giovani che, per vivere nei grandi centri, nelle Università, nei pubblici o privati impieghi, sono più a contatto colle grandi correnti nazionali, e quindi possono intendere ed intendono con un po' di entusiasmo, con passione che è ben nostra, quelle che sono le idealità del Duce, del suo Governo, del suo partito, del suo movimento. Nei borghi agricoli come nelle città, di provincia vi sono uno, due, cento, duecento giovani che furono radicali o socialisti quando l'esser tali significava essere all'avanguardia della politica nazionale, e che oggi sono veramente entrati nella linea nostra, nella fede nostra, nella nostra mentalità perché sono giovani". (Idem).
|