CITTADINI O GLADIATORI?

    "Non voglio mettere in dubbio la buona fede - ha detto l'ambasciatore americano M. Child - di molti di coloro che propugnano teorie di nuovi organismi sociali, economici ed internazionali, ma costoro debbono convincersi che l'instillare il senso della responsabilità personale ed il far crescere e diffondere la fiducia in sé come individui e come nazione è più importante di qualunque di queste teorie.

    "Noi, italiani ed americani, sentiamo tutta la pena che ci ispirano quelle Nazioni o razze deboli che si lamentano e invocano aiuti o favori, ma io non crederò mai che perfino nelle competizioni di pace e di guerra i deboli, uomini, Nazioni o razze, siano superiori o più meritevoli di rispetto di quelli che conducono i propri affari con forza, assiduità e coraggio, rimanendo ritti in piedi sulle loro forti gambe".

    Questo linguaggio, tenuto ad un banchetto cui presenziavano i direttori italiani delle banche di emissione, è di una chiarezza cristallina. Mr. Child non poteva essere più... Child di così: non poteva con frasi più acconcie, far comprendere che ogni speranza su una transigenza americana in materia di debiti di guerra è fallace. Per Mr. Child, "rimanere in piedi ritti sulle gambe" vuol dire far fronte ai propri impegni: ed egli è tutto soddisfatto di aver trovato in Italia un Ministro - l'on. De Stefani che, con ardimento maggiore di quello dei Ministri francesi, ha promesso la rapida liquidazione del nostro debito verso l'America.

    Ma Mr. Child non per niente prima di fare l'ambasciatore faceva il novelliere. Egli ha temperato queste espressioni un tantino brutali della "morale dei creditori" con l'esaltazione delle capacità atletiche degli italiani. Ci ha proclamato buoni ginnasti, dopo averci imposto di essere debitori solvibili. Ecco ancora le sue parole:

    "Le gare atletiche insegnano che ogni uomo che vi partecipa deve vincere per ragione delle sue proprie virtù. Nessun aiuto gli può venire dal di fuori. Non vi è nessun speciale privilegio per alcuno. Colui il quale vince, deve la vittoria esclusivamente al suo merito".

    Mr. Child annovera la gioventù italiana fra quelle che si educano con successo a questa forte scuola di disciplina, di fiducia in sé stessi, di responsabilità.

    L'on. Mussolini, nella sua risposta, ha detto che il brindisi di Mr. Child era stato "1'esposizione chiara e suggestiva della concezione della vita e della storta che inspira il fascismo italiano".

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    Mr. Child è stato veramente "ambasciatore", apportatore di novelle, se non liete, forti. Ha esaltato il fair play tanto nella finanza internazionale, come nell'atletica.

    L'Americano non presuppone mai che gli altri abbiano ad occuparsi di lui. Tutto l'orgoglio infinito degli emigranti che varcano il mare, tutto l'allenamento alle responsabilità, tutta l'accettazione gioiosa della lotta per la vita che costituiscono la grande scoperta del padre spirituale del Nuovo Mondo, Giovanni Calvino, respirano nelle parole dell'Ambasciatore.





    Si é discusso alla Camera se lasciare o no che i metodisti comperino Monte Mario: ma non ci si accorge che l'ambasciatore Child pronuncia dei discorsi che sono dei veri sermoni metodisti. Gli scrittori dell'Osservatore Romano e della Civiltà Cattolica sono uomini troppo fini e colti per non averlo notato: se tacciono, tacciono per un temperamento gesuitico, per un riguardo all'on. Mussolini. Il culto della responsabilità umana, come si sprigiona dalle pagine dei più settari protestanti, come si manifesta nella crudele e potente civilizzazione americana, come esurge con impeto lirico dalle parole dell'ambasciatore - tutto ciò è anticattolico, antipapale, anti-Sacraromanachiesa. - Osiamo dire che nessuno, mai, in Roma, pronunciò parole così forti contro la concezione cattolica della vita e del mondo. Cattolicismo e affermazione di carità, l'America nega la carità: Cattolicismo è l'esaltazione dei poveri e la scusa dei debitori, l'America disprezza i poveri ed esalta la morale dei creditori: Cattolicismo è fede nella verità tramandata e custodita dall'autorità, l'America esalta la conquista della verità, il diritto alla lotta, il diritto all'illusione, il diritto all'errore, purché tutti siano nobilitati da un forte sentimento di responsabilità individuale. Il contrasto fra il discorso di Mr. Child e la dottrina cattolica è assoluto. Nella Roma della Terza Italia, in cui a ogni canto di strada c'è una loggia massonica, e al Caffè Aragno il tavoleggiante nel servirvi il caffè vi fa i toccamenti rituali, la prima netta, recisa, feconda affermazione anticattolica è stata fatta giovedì, 28 giugno 1923, da Mr. Child, ambasciatore di America!

    L'on. Mussolini ha applaudito a questa esaltazione della "fiducia in sé". Ha applaudito questo principio essenziale di tutta la vita americana. Ha dichiarato che il fascismo lo fa suo.

    Ma questo segreto, questo arcano regalo delle controversie settarie di tre secoli fa, questa grande parola pronunciata dal Calvinismo, non si esplica, in America, limitatamente alle gare atletiche!

    Essa si esplica in tutto. Nella lotta economica, l'individuo è abbandonato, si, a sé stesso: l'operaio non ha speranza di miglioramenti dì salari se non è effettivamente capace, e le Labour Unions bollano del nome di unfair i parassiti del movimento sindacale, che rendono poco e profittano del rialzo di tariffe come gli operai capaci. Questo è vero: ma è anche vero che nessuno si sogna dì poter imporre un patriarcalismo sindacale come quello che oggi vige in Italia, per cui i lavoratori sono iscritti d'ufficio nei Sindacati Nazionali, e il signor Rossoni è costituito tutore, procuratore legale e dispensatore di grazie e di castighi per tutto il proletariato.

    Nella vita religiosa, il principio della fiducia in se stessi pullula, fermenta, fiorisce, nella concorrenza delle Chiese, nella propaganda di sette, nel fervore mistico che ossessiona le grandi metropoli e le farms lanciate in mezzo alle più ricche campagne del mondo. L'uomo deve cercarsi da sé la sua chiesa o la sua setta, conquistarsi il suo Dio, inventarselo con una delle cento religioni nuove: lavorare come un negro nella fabbrica o nell'azienda, per dimostrare a sé stesso con l'agiatezza conquistata - conforme al grande principio delle sette protestanti - che Dio lo annovera fra i suoi eletti. Ma tutti concepiscono la religione come un valore assoluto, e nessuno la abbassa ad un espediente di governo: i capi di Stato sono credenti che ordinano cinque minuti di preghiera a un popolo di credenti, non sono scettici che vogliono cattivarsi gli applausi di un popolo di scettici col trucco di un crocifisso polveroso e non adorato, rimesso in scuole dove da secoli non si prega più col cuore. In America non sarebbe tollerato un ateo, come il Ministro Gentile, che si costituisce tutore e procuratore legale del cattolicismo!





    Nella vita politica, il principio della fiducia di sé stessi si estrinseca nelle vigoreggiante vita dei partiti. La lotta dei partiti, è il grande allenamento alla resistenza al male, a tutte le opposizioni, a tutti i contrasti, ed essa si svolge con i suoi strumenti appropriati, il suffragio universale, la proporzionale, il referendum. Appunto perché tutti hanno fiducia in sé stessi, l'umanità è derisa e impossibile. Non si chiede al singolo che egli si abbandoni a un dittatore, ch'egli veneri in un uomo l'estrema speranza della Nazione. Il bene fatto per forza non è apprezzato: e le "donne Prassedi" della politica non fanno fortuna. Nessuno abdica a sé stesso: e tutti portano in sé, nelle proprie decisioni, nei propri convincimenti più o meno meditati, nella volontaria adesione a un partito, non l'ultima, ma una delle infinite speranze dell'impero nord-americano: che è impero, e che comanda al mondo, appunto per questa educazione imperiale e non servile dei suoi cittadini.

    Questa, on. Mussolini, é la realtà americana, inspirata da quella concezione metodista, calvinista, "occidentale" della vita, cui voi avete applaudito. Quando la fiducia in sé stessi e l'amore della responsabilità vivono nel cuore dei cittadini, il regime della democrazia diretta si deve sviluppare ferreamente. Il fascismo, che, nega la lotta di classe con un vago patriarcalismo sindacale, che calunnia e canzona il fervore religioso con le trovate pedagogico-clericali del Ministro Gentile, che pretende sopprimere la lotta dei partiti nella unanimità delle sagre settimanali, e cerca di imbottirla e di nasconderla sotto una riforma elettorale quietista e mezzana di poltroneria governativa, - il fascismo è lontanissimo dalla realtà americana. Mussolini con i suoi sistemi di governo, è lontanissimo dalle affermazioni dell'ambasciatore Child. L'on. Mussolini ha applaudito alla critica più radicale della sua pratica politica; e - pare impossibile! - in quella Roma dove a ogni cantonata di strada c'è un crocchio che dice male del governo, e dove all'Aragno il favoleggiante saluta con un alalà ironico il cliente antifascista, la prima netta, recisa, affermazione dottrinaria antifascista fu fatta il 28 luglio, da Mr. Child, ambasciatore di America! E i giornali ufficiosi non se ne sono neppure accorti!

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    L'on. Mussolini e Mr. Child si sono trovati d'accordo nella esaltazione dell'atletismo. Accordo formale. La vita non si esaurisce sul campo di foot-ball. C'è la fabbrica, c'è la chiesa, c'è il club. C'è la passione degli interessi, c'è la passione religiosa, c'è la passione politica. Chi esalta il sentimento di fiducia in sé stessi e il culto della responsabilità cui educano le gare atletiche, non può respingerli per il resto. Non è possibile pretendere che gli italiani diventino liberi e audaci uomini di sports, e si rassegnino alla tutela del signor Rossoni in materia sindacale alle iniziative dell'on. Gentile in religione, alla dittatura plebiscitaria dell'on. Mussolini in politica.

    Chi esalta la fiducia in sé stessi e il senso di responsabilità, nega con ciò stesso di poter reggere una nazione come se fosse una scuderia di cavalli da corsa o una stazione di monta.

    Bisogna decidere: gli italiani dovranno costituire, in avvenire, una democrazia moderna o una popolazione governata dalla frusta dell'allenatore?

GIOVANNI ANSALDO.