DAL TACCUINO DI POCOCURANTE

    Dopo l'articolo mussoliniano della Forza e consenso e dell' "Ordine, gerarchia e disciplina" (fine marzo), che segnò il climax di illusioni dello spirito aggressivo e d'indipendenza del fascismo, fu tutto un fiorire di variazione sul tema: "Il fascismo fa da sé. La sbornia ha portato ad un tentativo poco felice di boxe col Partito Popolare. I più avveduti cominciano a risentirsene, gli altri dicono che don Sturzo è un jettatore; Mussolini sarebbe portato a dare ragione agli avveduti, ma non sa sbarazzarsi degli altri, precisamente come avveniva a Treves, Turati ecc. coi "bolscevichi".

    Nel momento dionisiaco un giornale di giovani imperialisti dimostrava la necessità storica della dittatura (anticamera imperiale), la quale avrebbe portato i seguenti frutti:

    "Una dittatura darebbe un orientamento ancor più deciso al Paese, e quindi una maggiore disciplina e una conseguente più fervida laboriosità. La dittatura, infine, permetterebbe quella riforma della Costituzione che si rende necessaria e che servirebbe di modello all'Europa ed al mondo, ammalato di "democrazia".

    I giovani imperialisti pensavano con cupidigia ai succosi frutti autunnali; sono venuti, un po' aciduli, frutti primaverili:

    1. - I dispiaceri piemontesi dell'on. De Vecchi;

    2. - I cocci rotti del fascismo umbro;

    3. - Le chiassate romane;

    4. - Gli scandali napoletani;

    5. - (Omissis)..

    Naturalmente, est la faute à la démocratie.

Patologia

    L'on. De Vecchi mi ricorda un passo del suo famosissimo discorso di Torino dell'aprile scorso (un altro frutto acerbo, mai più digerito) e che merita di passare alla storia insieme col Quousque tandem. Merita, perché se domani accenneremo a memoria a queste cose, non ci crederanno: Noi – egli disse – ed io... sapremo ancora riprendere le armi per ripulirci all'interno (del fascismo)... All'esterno assai più facile riesce la bisogna. Hanno tutti paura: basta comparire con lo zucchetto nero e la camicia nera perché ovunque si vedano delle schiere prostrate, delle ginocchia a terra e delle mani in atto di resa".

    Speriamo, che pochissimi stranieri abbiano lette queste cose tanto ingiuriose ed avvilenti per la fama nostra. Strane aberrazioni! Sono sicuro che, se si andrà a parlare col De Vecchi, egli non permetterà che lo si metta secondo a nessuno in fatto di amor di patria. Chi sa se egli non immagina sé stesso nelle spoglie di un Armando in stivaloni a fianco ad una Margherita Gautier, che ha rinunziato a morire e che fa la vivandiera della Milizia nazionale, onestamente?

Anime morte

    La Stefani 17 aprile:

    "L'on. Albanese ha conferito oggi col Presidente del Consiglio, al quale poi, come d'accordo, ha inviato la seguente lettera di spiegazione e di scusa:

    Eccellenza, - Come ho scritto nelle mie dichiarazioni lette domenica 15 corr. alla Federazione Istriana del partito, delle quali le mando una copia, faccio ammenda per tutto quanto nel mio discorso al convegno dei sindaci istriani vi può essere (adopero due parole sue di stamattina) di insussistente e di insultante per il Governo fascista e per la sua opera.

    "Chiedo scusa a Lei ed ai suoi colleghi di Gabinetto per la forma poco riguardosa del mio discorso, dovuta al fatto che non sapevo che c'era la stampa e che le mie parole sarebbero state date alla pubblicità. Prendo atto del suo riconoscimento della vera realtà della situazione dell'Istria. Devotissimo: Luigi Albanese".

    Se dalle prossime elezioni uscissero eletti trecento Albanese, ci pensa 1'on. Mussolini quale nemesi pel fascismo (e lasciamo stare il bell'affare pel paese)! E dire che l'ipotesi è 1a più vicina al vero! Il fascismo stesso affretta il passo verso lo stagno dei ranocchi, attraverso manipolazioni della legge elettorale, che puzzano del più stantio giolittismo.

Colei che non si deve amare

    Dopo il grido scandaloso di Viva la Libertà! emesso dal comandante Rossetti, mi hanno detto che un giornale di provincia ha intitolato un articolo: "Abbasso la libertà!".

    Quando l'ho sentito, mi è venuto in mente il grido fatidico di noi scolaretti – tra un vetro rotto ed un pugno di questurino alle reni: "Abbasso Senofonte!.

Sincerità

    Nell'Impero, 12 maggio: titolo a sei colonne: "Essere prima mussoliniani e poi fascisti è la più alta professione di fascismo".

    Meno male. In questa frase finalmente è stata abolita la parola Italia.

Parlamentarismo senza Parlamento

    L'on. Farinacci in Cremona nuova, 15 maggio:

    "Ha ponderato il Governo, profondamente, le riforme proposte dal senatore Gentile; meditando ad esempio sull'attuabilità e sulle conseguenze immediate e lontane dell'Esame di Stato, di cui – decaduti i patti di collaborazione popolare veniva meno l'occulta e principal ragione?".

    Ahi! C'erano ragioni occulte, in patteggiamenti di partito? Cose inaudite... dal I novembre 1922.