POSTILLE
Massonerie.Il danno, o comunque i1 risultato dell'attività massonica nella nostra vita è quasi nullo; e di molto inferiore a quello prodotto dalle campagne antimassoniche, le quali ci avvezzavano a confidare che bastassero le dimissioni di qualche funzionario per sanare e raddrizzare la politica. Azione e reazione, del resto, eran sintomi d'una stessa insofferenza; dalle due parti mancava la capacità dell'esame e nessuno riuscì mai a dir davvero di che mali si patisse; ma abbondava la fretta di scoprir cause, di trar conclusioni e d'indicar rimedi; giocavano a palla con le responsabilità rispettive, ma tanto insulsamente le avevan gonfiate che prima di cogliere il segno eran già bell'e vuote. Stupisce che il giuoco ricomincia. L'Idea Nazionale ha scoperto con orrore una specie d'intesa e di congiura che mira a rimettere a galla il socialismo per mezzo di manovre sindacali: Interessi e intrighi di Palazzo Giustiniani; quest'etichetta basta e serve per scagliar l'anatema contro le tendenze di sinistra, e scoprirci il marcio. Danno importanza alle sette, è naturale, solo i settari concorrenti; e la polemica che agitano è come un litigio tra negozianti troppo vicini che per un nulla e fuor di proposito sfogano l'astio covato da un pezzo, e pochi sfaccendati li stanno a vedere; gli altri che passano si voltano appena con gli occhi e tiran dritto. Fanno bene: perché da impararci non c'è proprio nulla, da divertircisi poco. Spesso è anche un giuoco di scambio: perché gli affari o le occasioni son sfavorevoli e si trovano in impicci e li affliggono guai che si son procurati da sé, e non possono far a meno di lagnarsi, danno la colpa all'avversario; facendone una specie d'infernale divinità onnipotente. Il buon passante dovrebbe aver imparato a esser socratico. Alle battute irose, alle invettive dovrebbe rispondere, almeno dentro sé, con quelle umili e meravigliate parole che cercano di scalzare gli argomenti da gli orpelli e dalle passioni; e così li rivolgerebbe, quasi tutti, contro chi li adopera. Ma forse questo lavoro lo fa da sé implicitamente e per istinto, quando, appena visto di che si tratta, si contenta di sorridere. U. M. di L.
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