POSTILLE

Antipanziniana.

    C'è un manipolo d'Italiani che risente in sé e prosegue gli ideali del Carducci; son gente molto per bene, un po' anziani, ordinati, padri di famiglia, colti e cultori di qualche studio, in genere di belle letture; una brutta e goffa parola venuta di Francia gli piace, e sarebbe il "civismo"; ma l'ammantano, e non solo per imitare servilmente quella nobile posa leonina, di sdegno. Questa nostra Toscana non più georgica è ormai troppo smilza e vacata per loro; mi par ch'emigrino in cerca di solidità e di roba massiccia, verso Milano: che ben si chiama la capitale morale.

    Per essi, a ogni piè sospinto, ci son cagioni di virile rossore, che si articola nella fiera rampogna, nell'accorata invettiva. Cosa ci fanno tutte quelle donne su i marciapiedi? tutte portano le calze di seta? gli operai la domenica vanno al Tabarin i pescicani han soppiantato i signori? le ragazze scrivon libri afrodisiaci? i giovanotti si tingono i capelli? e le bische? e la cocaina?

    Non s'avvedono d'esser così i migliori propagandisti, i quotidiani coadiutori di Pitigrilli , o di chi altri mai occupi il primo luogo nella loro disistima.

    Nell'anima loro di conigli vibra un'insoddisfatta curiosità d'adolescenti rattrappiti e rinchiusi e, di fronte a quei casi, si corrucciano del loro proprio interesse.

    Come farebbero a essere umani, serenamente, a saper sorridere, a saper passare, se ribolle in cuore il rimpianto della giovinezza che non han capita e l'obesa età senza speranza la si deve consolare, per vivere, con quella dignità ostentata?





    La radice del moralismo è in un'immoralità repressa. Non posson sopportare le tentazioni, per questo gridano che la patria va in rovina. Non sanno capire la virtù delle valvole. Non sanno capacitarsi che il rapido deterioramento di intere classi sia economico. La loro attenzione è tanta perniciosamente attratta da quegli spettacoli che non sanno veder più in là, non credono a altro. E che cosa si rovina, in fin dei conti? Non intere classi ma il loro peggio, gente già fradicia e imbelle; che è bene spazzar via; tutti quelli che non contano, che vivrebbero solo per falsa pietà, sotto una continua tutela.

    In fondo, se quel quadro fosse reale e non stravisto con occhi bovini, ne saremmo felici. La corrutela è un incentivo ai forti, una prova e un paragone. Il male non produce il bene, ma lo limita, lo fa sicuro e intelligente; le tentazioni sono un patrimonio. E poi l'elenco dei vizi sarà sempre uguale e costante, non darà senso, non potrà significare nulla. Sodoma e Gamorra sono immagini bibliche; l'età d'Eliogabalo è una finzione retorica, che non fu mai nella storia.

U. M. di L.