L'opinione di Smith

    I salari del lavoro sono l'incoraggiamento dell'industria; la quale simile ad ogni umana qualità, migliora in proporzione dell'incoraggiamento che riceve. Una abbondante sussistenza accresce la forza corporale del lavorante, e la confortevole speranza di migliorare la sua condizione e di finire i suoi giorni forse nel riposo e nell'abbondanza lo anima ad esercitare quella forza ad oltranza. Conseguentemente, quando i salari sono alti, noi sempre troveremo gli operai più attivi, più diligenti, più speditivi che quando i salari sono bassi; per esempio più in Inghilterra che in Scozia, più nei dintorni delle grandi città che nei luoghi remoti d'un paese. Alcuni operai, invero, quando possono guadagnare in quattro giorni ciò che ti manterrà per una settimana, rimarranno oziosi per gli altri tre. Ma questo non è punto il caso del più gran numero.

    Se i maestri ascoltassero sempre i dettati della ragione o della umanità, frequentemente avrebbero motivo piuttosto di moderare che di eccitare l'applicazione di molti de' loro operai. Io credo che sarà trovato in ogni sorta di mestiere che colui il quale lavora così moderatamente da essere abile a lavorare costantemente, non solo preserva per un più lungo tempo la sua salute, ma pure nel corso dell'anno esegue la più grande quantità d'opera.





    Si è preteso, che negli anni d'abbondanza gli operai sono in generale più pigri, e negli anni di scarsezza più industriosi dell'ordinario. Quindi si è concluso, che una sussistenza abbondante rallenta, ed una scarsa istiga la loro industria. Che un poco più di abbondanza che l'ordinaria renda alcuni operai pigri, non è da dubitarsi, ma che producesse questo effetto sopra il più gran numero, o che gli uomini in generale lavorassero meglio quando sono mal cibati, che quando lo sono bene, quando sono scoraggiati, che quando sono cogli spiriti animati, quando sono di frequente colla salute travagliata, che quando in generale sono di buona salute, non sembra molto probabile. È stato osservato che gli anni di scarsezza sono in generale, tra la comune del popolo, anni di malattia e di mortalità, che non possono mancare di diminuire il prodotto della loro industria.

    Un autore francese di gran sapere ed ingegno, il sig. Messance, ricevitore delle taglie dell'elezione di S. Stefano, s'impegna di dimostrare che i poveri fanno più opera negli anni d'abbondanza che in quelli di scarsezza, paragonando la quantità ed il valore delle mercanzie fatte in quei due differenti casi in tre differenti manifatture: una di panni grossolani stabilita ad Elbeuf, una di tela ed un'altra di seta stabilite ambedue in tutta l'estensione di Rouen. Ora appare, secondo il suo calcolo, che è copiato da' registri de' pubblici uffici, che la quantità ed il valore di quelle mercanzie fatte in tutte e tre quelle manifatture è in generale stata più grande negli anni d'abbondanza che negli anni di scarsezza; che è stata sempre grandissima negli anni di grandissima abbondanza; e scarsissima negli anni di grandissima scarsezza. Tutte e tre sembrano essere manifatture stazionarie, cioè che, sebbene il loro prodotto vari qualche poco da un anno all'altro, pure nel totale esse né vanno indietro, né vanno avanti.

Ricerche sopra la natura e le cause della Ricchezza delle Nazioni, di Adamo Smith. Libro I, cap. VIII. Traduzione italiana. Torino, Pomba, 1851, pagine 56-57-58.