Inchiesta sulla liraIV.La nostra politica monetaria non può essere che di stabilizzazione oppure di sostituzione della unità monetaria sulla base di una qualsiasi ratio con la lira attuale. La rivalutazione equivale ad una sopravalutazione. Ogni forte sopravalutazione è una frode del tipo di quella commessa da Eliogabalo. La stabilizzazione è sempre possibile. Essa prelude a una nuova parità legale e così a una sostituzione della unità monetaria. EMANUELE SELLA.
V.La soluzione del problema della lira si presenta differente da quella delle altre valute estere che sono state risanate in questi ultimi tempi. Gli esempi principali di risanamento monetario sono quelli dell'Inghilterra e della Germania. Le condizioni della valuta di queste due nazioni sono però totalmente diverse dalle condizioni della nostra lira; sarebbe perciò un errore voler procedere alla soluzione del problema della lira sugli esempi citati. L'Inghilterra con una moneta svalutata di circa il 10 % sull'antica parità oro ha potuto, senza grandi difficoltà, riportare la sterlina al suo primitivo valore e con una accorta politica economica e con opportuni accordi bancari internazionali, ritornare gradualmente alla completa convertibilità in oro della carta moneta. La Germania, la cui valuta attraverso una continua e sapiente svalutazione era ridotta ad un valore praticamente nullo, ha dovuto necessariamente e logicamente creare una nuova moneta su di una base sana. Ma le attuali condizioni della lira italiana sono totalmente differenti sia da quelle della lira sterlina, sia da quelle del marco tedesco. La lira, benché fortemente svalutata, può ancora essere risanata e servire come mezzo circolante in condizioni di sana circolazione monetaria; non è perciò necessario ricorrere, come è stato fatto in Germania, all'inflazione per poi sostituire con una nuova moneta la circolazione esistente. D'altra parte la svalutazione è stata così sensibile da non permettere di ricorrere al sistema applicato dall'Inghilterra della, anche graduale, rivalutazione per raggiungere l'antica parità aurea. È quindi necessario ricorrere ad un terzo sistema. Poiché la moneta di per se stessa non rappresenta oggi niente altro che un mezzo di scambio delle varie merci fra di loro, ovvero uno strumento per misurare il valore delle merci, poco importa che il valore della moneta sia alto o basso, ovvero che la quantità di merce che può essere scambiata contro un'unità di moneta sia grande o piccola, l'importante è che questa quantità sia costante nello spazio e nel tempo, ovvero che, in qualunque paese, oggi come fra un mese o un anno, la quantità di merce che può essere scambiata con una data quantità di moneta sia uguale. Praticamente il risultato che si deve ottenere è quello di mantenere costante il potere d'acquisto della lira. Le discussioni che sono state fatte sul valore al quale la lira deve essere stabilizzata sono perfettamente inutili. È evidente che il valore di stabilizzazione della lira deve essere tale da turbare il meno possibile il mercato interno, ovvero un valore tale da far spostare il meno che sia possibile il livello attuale dei prezzi. Bisogna anzitutto stabilire quale sia il valore attuale della lira per poter stabilizzare questo valore. La lira, come tutte le monete fortemente deprezzate, ha due valori, ovvero due differenti poteri d'acquisto: uno interno e l'altro esterno. Possiamo facilmente osservare comunemente, che sia il costo della vita come il costo delle varie merci è differente da paese a paese, misurato sempre nella stessa moneta, supponiamo in lire. Durante la svalutazione monetaria il potere d'acquisto interno della moneta si mantiene sempre superiore al potere d'acquisto esterno, ovvero i prezzi interni aumentano più lentamente dei prezzi esterni, e questo perché il livello dei prezzi esterni muta al variare del cambio, e poiché il mercato dei cambi è sensibilissimo ad ogni variazione delle condizioni monetarie di ogni paese, queste variazioni si ripercuotono molto rapidamente sui prezzi esterni. I prezzi interni invece si muovono molto più lentamente perché molte cause, fra le quali la viscosità dei salari, l'inerzia dei prezzi, i prezzi politici dei principali generi di consumo, contribuiscono a renderne meno rapido l'aumento. Il valore della lira dato dal suo potere d'acquisto può essere stabilito: o in base al suo valore interno, o in base al suo valore esterno, oppure in base ad un terzo valore medio fra questi due. La scelta di un valore che deve essere tale da turbare il meno possibile il mercato interno, non può essere fatta a priori, e tanto meno fatta fra uno dei valori della moneta oggi esistente. Il valore della moneta deve sorgere naturalmente da un periodo di relativo equilibrio dei prezzi. Automaticamente dopo un certo periodo di cambi stabili, cioè di cambi sottoposti ad oscillazioni piccolissime, vedremo lentamente il livello dei prezzi interni e quello dei prezzi esterni ragguagliarsi. Il valore della moneta in tale posizione di equilibrio sarà il valore al quale la lira dovrà essere stabilizzata. Solo allora la stabilizzazione della lira non porterà seco tutti quei danni che giustamente si temono, o per lo meno tali danni saranno molto attenuati. Il principale vantaggio della stabilizzazione della lira è quello di rendere stabili e proporzionati gli uni agli altri i prezzi delle varie merci e il livello dei salari. Gli svantaggi, oltre quelli inevitabili del periodo di assestamento monetario, che sono simili a quelli che abbiamo avuto in periodo di svalutazione benché in senso inverso, incidono principalmente sulle industrie di esportazione. Infatti il fiorire delle grandi industrie italiane era basato essenzialmente sopra il basso costo di produzione che permetteva di fare concorrenza alle industrie straniere; tale basso costo di produzione dipendeva dal basso livello dei salari in Italia, conseguenza del più alto potere d'acquisto della lira all'interno. Gli industriali italiani hanno esportato ed esportano dunque in regime di valuta-dumping. Livellandosi con la stabilizzazione della lira il potere d'acquisto della nostra moneta, gli industriali perderanno tale vantaggio, restando a loro favore solo il basso costo della mano d'opera italiana, dipendente non più da ragioni monetarie, ma dal basso livello di vita delle nostre classi lavoratrici. Per giungere alla stabilizzazione della lira è necessario però eliminare prima di tutto gli elementi che possono intervenire a turbare profondamente il valore della moneta sia sul mercato interno che sul mercato internazionale. Bisogna innanzitutto, per giungere a questo scopo, non solo sospendere l'emissione di carta moneta ma anche la creazione di prestiti a breve scadenza da parte dello Stato, per cui presupposto della stabilizzazione è il pareggio del bilancio statale. In secondo luogo è necessario che la bilancia internazionale dei pagamenti sia in pareggio, per evitare il formarsi all'estero di larghe disponibilità di valuta italiana che verrebbero certamente a deprimere il valore della lira sul mercato internazionale e sposterebbero così il valore esterno della moneta e in un tempo successivo anche quello interno. Questi due punti costituiscono i capisaldi della stabilizzazione della lira e i punti di partenza affinché la politica stabilizzatrice possa ottenere dei concreti risultati. RUGGERO COLOMBO.
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