RELIGIONE E DEMOCRAZIA IN AMERICA
L'origine della democrazia.
Religione e democrazia sono per origine e per contenuto strettamente legate. La democrazia moderna, come diritto umano comune in contrapposto alla democrazia medioevale e greco-romana - intese come diritto del membro di una comunità privilegiata (la corporazione, la città) - deriva dall'onda di esaltazione religiosa dell'Inghilterra del secolo XVII. Durante la Restaurazione inglese si sviluppò in America. L'America patria delle Sette è anche la culla della Democrazia.
Ma il problema è specialmente importante per il futuro. Per il Cristianesimo come per la Democrazia si tratta di lavorare per l'ideale della pace sulla terra. Kant ha spiegato come l'organizzazione della pace di un popolo è possibile solo sul libero fondamento di un regime democratico. Egli ha scritto: "Organizza anzitutto il tuo Stato come Stato libero per giungere a una federazione di liberi Stati". La questione della pace del mondo appare così come una questione di democrazia.
Anche qui l'America è padrona della situazione. Il risultato più importante della guerra mondiale è il passaggio del centro di gravità dell'economia dall'Europa all'America. Nella storia il centro di gravità della politica segue quello dell'economia. Ora nel nostro periodo storico, come ha dimostrato Mahan, la potenza marittima è diventata lo strumento di dominazione del mondo. Questa potenza non dipende più in nessun modo dal numero delle popolazioni di costa abituate al mare, né dal possesso di grandi boschi per costruzioni navali che fu un giorno il fattore decisivo per il predominio del Baltico. Oggi le navi da guerra sono le macchine più costose e complicate che possano essere prodotte dalle più grandi officine metallurgiche e dalle più grandi forze finanziarie. Queste appartengono all'America, che ha pure la più alta tecnica meccanica. Il tridente di Nettuno sta oggi nelle mani del gigante Capitale che ha stabilita la sua dimora in America. S'intende che l'America non deve combattere l'Inghilterra, ma seguire le vecchie tradizioni inglesi di commercio, banca, politica mondiale, e organizzazione internazionale. Una collaborazione anglo-americana può determinare una forza morale, economica e politica, capace di pacificare tutto il mondo insieme con la dilaniata Europa.
Ma un tale dominio si eserciterà a vantaggio di tutti i popoli? Significherà autogoverno di tutte le nazioni che ne sono state capaci sin qui? Significherà trattare il problema delle razze di coloro con altri mezzi che non siano l'acquavite, l'oppio e la costrizione? Sarà qualcosa di meglio che sfruttamento del mondo, destinato a terminare nella ribellione degli oppressi e degli sfruttati?
Si tratta di vedere se il predominio anglo-americano porterà il proprio regime democratico a Democrazia del mondo. Nel mondo anglo-sassone la democrazia ha una base storica spirituale nelle tradizioni religiose.
Jellineck, Weber, Troeltsech, hanno mostrato come Libertà e Democrazia siano state il più alto scopo della Rivoluzione inglese del secolo XVII. Dall'Inghilterra furono portate in America e di là di nuovo in Europa, specialmente in Francia. Non soltanto la rivoluzione francese fu animata dalla guerra americana per la libertà, ma i diritti dell'uomo della Francia, che hanno poi fatto il giro del mondo, si svilupparono in parte nelle colonie americane. Le loro radici sono dunque nel secolo puritano. I padri dell'America combatterono per la libertà come per cosa divina. La culla di questa libertà è in Rhode Island e in Pennsylvania, in una vera e propria patria religiosa. Trasportata in Europa, specialmente nel mondo latino, perdette la connessione con la sua origine spirituale. Qui i seguaci del Progresso politico sono in gran parte atei.
Bisogna guardarsi da un errore. È diventato un luogo comune l'affermazione che la libertà politica sia un prodotto della Riforma. In realtà né Lutero né Calvino furono liberali o democratici.
Lutero.
Lutero ha aiutato indirettamente la causa della libertà di coscienza con la difesa della libera esegesi della Bibbia. Senonché egli stesso poi non solo ha accettato personalmente le vecchie formule dogmatiche della Chiesa, ma col suo catechismo ha imposto nuove formule ai suoi aderenti e non rinuncia a farle difendere dalle autorità profane. L'autorità a cui egli ricorse non era più quella di una Chiesa che abbraccia il mondo intero, ricca di tradizioni consacrate attraverso i secoli. Lutero si appoggiò al potere dei principi tedeschi, i quali come agenti del nazionalismo che stava sorgendo, combattevano la potenza cosmopolita dell'imperatore. In molti casi soltanto l'avida aspirazione ai beni della Chiesa legava alla Riforma questi principi. Nei suoi ultimi giorni Lutero fondò una Chiesa di Stato, che rimase attaccata nelle sue sorti all'assolutismo dei principi. Egli seguì l'ambiente che l'epoca sua ereditava dal medioevo. Quando i contadini tedeschi trasformarono la rivoluzione religiosa in sociale e politica, formulandone gli scopi in dodici articoli tutt'altro che radicali, Lutero dichiarò: "Siamo uccisi come cani rabbiosi". Qui comincia quell'intimo dissidio della Riforma tedesca, che continua sino ad oggi. Da allora in Germania, almeno nei circoli evangelici, gli uomini religiosi sono in politica furibondi reazionari e al governo conservatori. Nella stessa Germania d'oggi sarebbe difficile trovare un repubblicano ardente che sia anche seguace convinto della tradizionale ortodossia luterana. Nello stesso modo il capitalismo tedesco ha perduta la sua forza religiosa ed ha scelta la bandiera del mero guadagno come semplice questione di potenza. Il socialismo poi, con Marx, ha posto la religione come oppio per il popolo: quanto più le masse dei lavoratori sono annebbiate dalla religione, tanto più si lasciano sfruttare senza resistenza.
Calvino.
La dottrina di Calvino, come prova Max Weber, servì come modello di governo e favorì il successo del capitalismo. Calvino combatté personalmente il divieto medioevale dell'usura, spiegando come il prestigio in molti casi sia più vantaggioso per il debitore che per il creditore. L'economia nazionale può osservare come il credito produttivo del secolo capitalistico sopprima il credito medioevale e del bisogno. In fatto di libertà politica invece Calvino non va più avanti di Lutero. Anzi: mentre il veniale luteranismo non ha mai fatto dei martiri, Calvino bruciò un eretico a Ginevra, e sempre dove i calvinisti giungono al potere instaurano l'oppressione di coscienza. Anche in America, nello Stato del Massachussetts, che è diventato la patria dei padri pellegrini. Anche a Boston vi furono eretici giustiziati e tra questi alcuni pii quacqueri che avevano insegnato l'universalità della grazia divina. Il governo di questo Stato era una dura teocrazia dominata dai sacerdoti calvinisti.
La seconda fase della Riforma.
La Democrazia ci è venuta dalla seconda fase della Riforma, quella che in Inghilterra si chiama Riforma della Riforma. I disprezzati figliastri della Riforma, per dire la frase di Troeltsch, furono gli avi degli Stati moderni. Questa seconda fase cominciò in Germania nel XVI secolo. Ma qui il movimento dei contadini come quello di S. Giovanni fu sterminato col ferro e col fuoco. I superstiti fuggono in Olanda e di là in Inghilterra dove vivono in quelle sette che combattono tanto la Chiesa Episcopale quanto quella Calvinista, tanto il Re quanto il Parlamento. Si organizzano come indipendenti nell'armata di Cromwell, che deve la sua invincibile forza offensiva a questo radicalismo religioso. I reggimenti di cavalleria di Cromwell erano i più radicali. Il consiglio dei soldati di questa esercito propose nel 1647 al parlamento il celebre Agreement of the People (Convenzione del Popolo). Vi si contiene il primo piano di un regime democratico moderno sulla base della piena libertà di coscienza e del diritto universale al voto.
Però Cromwell era tutt'altro che un condottiero democratico e riuscì a tenere a freno questi elementi radicali. Egli proclamò la libertà di coscienza, la concesse anche agli Ebrei, ma la negò ai cattolici; giustiziò un Re ma governò contro il Parlamento. L'atto di tolleranza del 1689 restrinse in Inghilterra la libertà di coscienza. I non anglicani vennero esclusi dai pubblici uffici e dal Parlamento. Bisogna giungere alla fine del secolo XIX per trovare in Inghilterra aristocrazia e capitale uniti e un organismo statale democratico che permetteva già a capi-lavoratori come John Burns di occupare un seggio ministeriale.
Ma spetta all'America la gloria di aver portato libertà e democrazia fuori dal mondo dei programmi, nel mondo dei fatti politici.
Fondatori di democrazia.
Lo stato moderno è nato il giorno in cui il predicatore battista Roger Williams, un fuggiasco della calvinista Boston, foggiò un organismo statale democratico. Tollerante verso tutte le convinzioni religiose, separa definitivamente la Religione dallo Stato; non si deve mai - egli dichiara - rifiutare ad un avversario una libertà alla quale noi stessi pretendiamo. L'evoluzione si conclude nel sacro esperimento di Guglielmo Penn, che il celebre storico americano Fiske proclama il più grande di tutti i fondatori di Stato del nuovo mondo. Chi voglia comprendere l'origine della Democrazia deve penetrare le idee di Penn. Ciò che in Inghilterra è stato l'ideale di un filosofo come Locke è diventato una realtà in Pennsylvania: piena libertà di coscienza, di parola e di stampa; eguale partecipazione di tutti i cittadini alla formazione della volontà statale sulla base della educazione generale. Questo è il libero cittadino nel libero Stato e Washington seguì appunto questa linea quando formò una Federazione di liberi Stati.
Queste idee agirono sul popolo americano anche durante la guerra. Si trattava di salvare il mondo per la Democrazia. Le grandi sette lavorarono con queste idee.
Anche nei quattordici punti di Wilson vivono le tradizioni del passato. Dopo l'insuccesso di Wilson, la democrazia mondiale, ossia la Federazione di Stati democratici con eguali diritti e con il fine della pace del mondo, rimane l'ultimo ideale politico degli intellettuali d'America. In tutte le scuole americane, nella vecchia Università Harvard del vecchio Oriente, come nel Collegio Pornona della vecchia California del Sud, lo proclamano.
Le nuove generazioni si dedicano con pieno entusiasmo a questa idea.
Il contenuto della democrazia:
la libertà.
È comune un abuso delle parole che indicano il contenuto della democrazia: libertà, eguaglianza, sovranità popolare. Bisogna risalire al loro significato preciso.
Libertà significa originariamente libertà di coscienza, ossia libertà di professare apertamente qualunque dottrina religiosa o irreligiosa, di organizzare qualunque culto nella forma prescritta dalla coscienza. Tutte le confessioni e tutte le filosofie che non vengono in conflitto col diritto penale comune dello Stato, come nel caso della bigamia dei Mormoni, sono trattate su uno stesso piano nella vita statale: i loro aderenti godono degli stessi diritti cittadini. I Battisti hanno incominciato a proclamare questo diritto per tutti. I Quacqueri sono legati alla libertà di coscienza dalla loro dottrina della luce interiore. La luce divina splende attraverso gli uomini in diversi colori e in migliaia di raggi. La differenza delle ispirazioni religiose illustra la multiforme grazia di Dio. In questo spirito i Quacqueri reclamano libertà di coscienza anche per i cattolici (che non era stata mai chiesta nell'Inghilterra antica).
La libertà di coscienza è confortata dalla libera parola e dalla libera azione che assicurano ogni membro del corpo politico. Nessun Re osa minacciarla e neppure - cosa più importante per l'America - nessuna maggioranza di nessun governo popolare. Ed ecco la seconda serie delle libertà civili: la libertà di stampa e di associazione, la libertà della proprietà da ogni confisca illegale, la libertà di persona e di domicilio. My home my castle. Tutte queste libertà sono ancor oggi privilegio dell'Europa occidentale e dell'America.
Il risultato più importante della libertà di coscienza nella storia politica consiste nel libero governo. Ne derivano l'abolizione dei privilegi delle Compagnie di commercio, e della schiavitù. Il liberalismo di governo sviluppatosi inizialmente in Inghilterra e in America, significa autonomia e responsabilità dell'individuo. Ne deriva il tipo del self-made man che rappresenta l'individuo americano.
Si pensa a Lincoln o a Ford. Così l'America, culla della libertà, assistette alla nascita del Capitale gigante che - con tutti i suoi difetti - sottomette la natura, domina la fame, apre un intero continente, allarga indefinitamente le risorse dell'Umanità. Si confronti il rapido progresso dell'America col lento sviluppo della Russia. La Russia è più grande degli Stati Uniti, non meno ricca naturalmente; ma è priva della base della libertà e dell'energia della libera intrapresa privata, di cui soltanto un barlume si ebbe un tempo appunto nelle sette, tra gli antichi credenti, gli Stundisti e altri.
L'uguaglianza.
Anche l'uguaglianza, come Ideale politico, è di origine religiosa. Indica la fondamentale unità di tutti gli uomini che diventano diversi solo nella misura del loro sviluppo successivo. La luce divina rischiara ogni uomo. Robert Barclay scriveva nel 1676 nella sua Apologia: "Cristo è presso di tutti, la luce divina risplende in ognuno che si sia nutrito nel suo cuore dell'eterna santità". Cristo è qui il pensiero della creazione divina dei quattro Evangelisti, che nasce in ciascun uomo, langue in alcuni e in tutti lotta per trovare espressione. Questa dottrina che non si è arrestata davanti a nessuna costrizione politica o religiosa, ha rivoluzionato i cervelli degli uomini. Ha dichiarato guerra alle società dominanti, alle differenze di classe, di razza e di religione, e per essa numerosi Quacqueri hanno sofferto il martirio. Scende da questa logica il rifiuto dei Quacqueri a togliersi il cappello davanti agli uomini. "Si può - dice un recentissimo libro quacquero - non osservare questo divieto verso una signora, se si saluta con la stessa cortesia la sua serva. Lo stesso diritto per tutti". Di qui è derivato il pensiero umanitario del XVIII secolo che per tutti gli oppressi e per tutti i reietti proclama: "Emancipazione degli schiavi e degli ebrei, delle donne e dei salariati del nostro tempo". Il pensiero della fraternità umana è senza senso dove impallidisce il ricordo della Patria eterna verso la quale per diverse strade tutti cerchiamo di tornare.
Anche la sovranità popolare, terzo fondamento della democrazia, si ricollega a tradizioni religiose. Si sviluppò nelle sette che combattevano tanto la Chiesa di Roma che le Chiese di Lutero e di Calvino. Le sette fondano piccoli circoli esclusivi che si conformano a Chiese con liberi patti, escludendo elementi disimili e controllando con dura disciplina la vita dei propri membri. Tra tutti i partecipanti, uomini e donne, i diritti sono egualmente ripartiti e ciascuno ha la stessa responsabilità per la disciplina e per il culto.
Le differenze mondane non hanno peso rispetto all'importanza della scelta, della grazia, della conversione. I preti sono preposti dalla Comunità che li elegge e in certe circostanze li depone. I Quacqueri li chiamano clerks (commessi). Robert Brown già nel 1582 scriveva nel Book which shows (libro che dimostra): "I membri e non i preposti formano la Chiesa. L'autorità appartiene ai credenti come rappresentanti di Cristo".
Dottrina così rivoluzionaria per i suoi tempi che mise in pericolo la vita dell'autore! Rigidamente conseguenti a questa dottrina, i Quacqueri escludono qualsiasi scrutinio formale ed aspettano nelle loro riunioni che lo Spirito abbia portato l'accordo tra i membri attraverso libere spiegazioni. Quando impallidì l'entusiasmo religioso, sottentrò al posto dell'accordo la decisione di maggioranza. Ma in una sana democrazia anche questo include una specie di consenso: la minoranza si sottomette liberamente alla maggioranza; essa spera un giorno, con la persuasione e l'educazione, di poter diventare maggioranza e rinuncia a qualunque costrizione esteriore: respinge la forza delle armi con le quali una minoranza feudale o demagogica voglia stabilire il suo dominio senza curarsi della coscienza.
Gli uomini che erano abituati alla democrazia nelle Chiese, hanno esteso questo principio allo Stato. I padri-pellegrini fondarono la prima organizzazione statale democratica con libera conversione l'11 novembre 1620 a bordo del May-flower. Così si conformarono le altre costituzioni delle colonie americane. La costituzione di Virginia dice: "Ogni pubblico potere deriva dal popolo"; quella di Massachusset: "Lo Stato è costituito dal libero consenso degli individui". Questi democratici di tipo religioso erano repubblicani.
I politici moderni non devono dimenticare che libertà e democrazia presuppongono questa disciplina storico-morale. Lo Stato democratico ideale di libertà è la più alta e la più difficile forma di Stato. È possibile solo quando larghi strati di popolo e di dirigenti siano credenti - se non nella Bibbia - nei doveri e nelle responsabilità dei cittadini. La democrazia muore dove indifferenza e ambizione creano cricche religiose e morali. Allora il capitale serve per la compra di elettori ed eletti, la democrazia viene disprezzata dagli intellettuali e odiata dalle masse sfruttate.
È straordinario vedere come questo spirito della nuova Inghilterra riesca a conquistare agli ideali americani le masse sempre nuove della immigrazione. Gli immigrati dell'Est e del Sud d'Europa non possono organizzarsi.
In un primo tempo gli amici, come commercianti, soffrivano perdite perché rifiutavano di adulare i clienti e di vantare le merci.. Ma appella il pubblico notò che essi non ingannavano, sì che un ragazzo poteva comprare nella loro bottega altrettanto bene che un adulto, il commercio fu nelle loro mani. Nello stesso modo si cercarono preferibilmente le Banche quacquere. Col motto Honesty is the best policy si svilupparono il commercio e la grande impresa, che si fondano anche oggi largamente nella fiducia.
Così nella famiglia il cameratismo confidente degli sposi, la vita famigliare intima per una più completa eguaglianza dei sessi, l'educazione dei fanciulli alla libertà e alla responsabilità sono bei tratti caratteristici della democrazia americana.
Nella vita americana la religione ha ancora una parte assai grande. Le grandi sette sono ancora forze potenti che disciplinano i loro membri e ne assicurano il credito. La loro influenza è stata grande nella lotta contro la schiavitù, contro l'alcoolismo e durante la guerra mondiale. Nascono nuove sette. Ve ne sono centinaia. La più potente per influenza e numero è il Metodismo, padrone delle più grandi Università. Il Metodismo è una protesta contro l'arida intelligenza del secolo XVIII. Ora si è sviluppato come una delle forze spirituali dirigenti dell'America e si è assunto il compito di educare i negri a vita morale e a sentimento civile.
Nel XIX secolo la Chiesa cattolica ha fatto grandi progressi in America. La presenza delle sette protestanti le ha dato un vigore di vita ignota nei paesi esclusivamente cattolici. Come religione di minoranza si rafforza in regime di libertà: ha una funzione utile nel fenomeno dell'immigrazione e costituisce un elemento di progresso contro il Ku-Klux-Klan. Continua le tradizioni artistiche del passato con magnifiche chiese e costruzioni di collegi.
Tuttavia grande e sempre crescente è il numero degli indifferenti che hanno rotto ogni rapporto con la Chiesa. Le credenze religiose, la Bibbia sono sottoposte alla critica storica. Emerson, il capo spirituale dell'America dell'800 si è rivolto alla filosofia classica tedesca, che a lui pare nello stesso tempo scientifica e religiosa. In questa linea si svolge ormai il più alto pensiero americano. Esso cerca in Kant il teorico di una democrazia federale.
SCHULZE-GAEVERNITZ.
Schulze-Gaevernitz è uno dei più profondi ricercatori delle origini del liberalismo e del capitalismo. I suoi saggi: Britischer Imperialismus und englischer Freihandelspolitik (Leipzig, 1906) e La grande intrapresa (trad. it., Bibl. dell'Ec.), sono degni di star accanto alle classiche opere di Max Weber e del Troeltsch. Lo studio qui tradotto è il risultato di un suo recentissimo viaggio in America.
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