DELL'ESILIOMassimo Rocca all'estero. È un esilio troppo comodo, a buon prezzo. Le soluzioni estreme si ammettono in casi estremi per ragioni superiori di dignità politica, di conflitti religiosi, di partito. Sono i casi di Nitti, di Sturzo, di Donati. Massimo Rocca, ex anarchico, ex fascista, ha il dovere di riparare al suo passato, affrontando i pericoli di oggi, di scontare le sue colpe con il sacrificio presente, di farsi ammettere nella società delle persone che non si piegano dando esempi e affidamenti di intransigenza. Il nostro programma di oppositori leali e irreducibili é chiaro e semplice: esilio in patria. Solo quando ogni condizione obbiettiva di attività ci venga tolta accetteremo l'ipotesi di ripetere la sorte degli esuli del Risorgimento. Prima non sarebbe esilio, ma diserzione. Non riusciamo a concepire l'idea di un'opposizione al di là della frontiera; nella situazione presente oppositore vuol dire l'uomo che paga di persona, che non solo non si arrende al nemico, ma neanche alla possibilità di una vita più facile. Se il nuovo tipo morale di italiano deve nascere: l'italiano che non se la intende coi vincitore, che combatte alla luce del sole non con la complicità delle sette e delle camorre, che conosce il disprezzo delle sagre, dei gesti, che non si arrende alle allucinazioni collettive, che non ha bisogno di chiamare eroismo la sua ferma coscienza morale, che aspetta impassibile le conseguenze delle sue azioni, che preferisce il sacrificio alla furberia e al dinamismo - questo è il cimento definitivo. È naturale che questo tipo di italiano poco indulgente alla morale sportiva, marinettiana e sagraiola non garbi a Libero Tancredi ex anarchico, neo-cattolico. Libero Tancredi non rimane. Libero Tancredi crede "che dopo il 3 gennaio non ci sia più nessuna politica pratica possibile in Italia, solo quella del Governo". Egli ha chiesto "al Presidente del Consiglio" due cose: "il passaporto e che i fasci italiani all'estero mi lascino tranquillo". Noi crediamo che al presidente del Consiglio un oppositore non possa chiedere nulla: ma alla morale stoica il deputato di Milano preferisce la morale della resa: "Conto rimanere lontano dall'Italia il più a lungo possibile, o almeno fino a che la situazione attuale non sia mutata". Massimo Rocca ex anarchico, neo-cattolico, può fare quanti discorsi voglia alla maggioranza parlamentare contro il fascismo: egli non sarà mai un antifascista; resta l'uomo del revisionismo, il vice-direttore dell'Istituto di Assicurazioni dopo la marcia su Roma. p. g.
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