L'offensiva della paceAncora prediche per l'unione dei cuori. È di ieri la notizia che l'on. Rossini si è offerto come paciere tra i combattenti e il Governo. Ma il deputato di Novara non sa che Mussolini ha già intorno troppi aspiranti sottosegretari insoddisfatti? I. Bonomi ha scritto: "Ogni rivoluzione deve trovare il suo acquietamento in un ordine; ogni resistenza deve sboccare in un equilibrio". Anche l'on. Bonomi ignora che troppe tessere ad honorem, troppe firme del manifesto degli intellettuali fascisti aspettano il laticlavio. È pressoché certo che il cerchio entro cui avverrà la scelta è già stato chiuso. Bisogna poi che egli si convinca che il problema della successione a Salandra per Ginevra non si può riaprire per lui. Altro che equilibri e acquietamenti! Comprendiamo che questa gente sia delusa di essere passata all'opposizione. Essi non riescono a capacitarsi che il regime di pane e acqua, scelto dagli oppositori, sia un regime ideale. Gli ecclesiastici dell'Azione, giornale bonomiano, affermano che l'Italia, stanca di lotte faziose, chiede a gran voce la pacifica convivenza di tutti i suoi figli. Le voci salgono su dal cuore profondo del popolo e ormai attingono le cime. Le irose intransigenze cedono il passo davanti al pacato ragionamento di coloro che mirano alla pacificazione della Patria. Il direttore di questo mistico foglio ha anche rivendicato la gloria di essersi trovato d'accordo con l'on. Mussolini. Da costoro noi reclamiamo una sola sincerità: di stare senza equivoco dalla parte dei vincitori. Gli uomini che hanno conservata dignità sono tutti al loro posto di combattimento: non ci secchino con le loro grida feminee di pace. Chi parla di pace quando la lotta è sempre più chiaramente posta, senza quartiere, s'è, già alleato col nemico. I signori dell'Azione sono infatti più mussoliniani di Farinacci. |