Il fronte unico

    Il nostro Bilancio ha mosso uno stuolo di polemiche. Una risposta agli attacchi fascisti sarebbe superflua. A un articolo del Mondo, invece, che vorrebbe essere maligno, risponde, ci sembra, sufficientemente il fatto che il Mondo si trovi in perfetto accordo col Popolo d'Italia. Non è la prima volta che la cosa succede al giornale romano. Nei giorni in cui certi oppositori molto furbi contavano sul dannunziano Delcroix, il Mondo aiutò dolcemente il tentativo di sopraffazione della stampa fascista contro cui aveva smascherato il gioco.

    Al Mondo sembra ora che articoli come il Bilancio rompano la solidarietà tra oppositori. Evidentemente questa solidarietà è intesa dal Mondo in maniera assai curiosa se a un nostro chiaro articolo in difesa dell'Aventino intransigente si risponde con ripicchi polemici. Su questo terreno quando faremo un altro bilancio potremo offrire degli elementi assai precisi a chi vorrà giudicare tra la nostra condotta e quella degli amici del Mondo. Ora preferiamo lasciar loro la parte di suocera, e, quasi per fanatismo di disciplina, non rispondere alle insinuazioni che più ci son spiaciute e più ci rendono incerti sulla serietà dei nostri contraddittori.

    Più interessanti sono invece le lettere private che abbiamo ricevute in questi giorni. Eccone una di un operaio metallurgico:

    Scarto a priori la questione dell'Aventino cui la massa operaia nulla ha a che vedere né da sperare; ma tutto invece deve compiere lo sforzo supremo per il "fronte unico operaio".

    È questo l'unico modo, preciso e chiaro, che potrà ineluttabilmente risolvere tutti i problemi in questione; fattore primo da tutti riconosciuto e messo in discussione.

    Esiste una differenza, grande differenza, ed è il modo come esso si interpreta, come si vuole questo fronte unico.





    Ciò posto domando:

    1° Cosa intendono per fronte unico?

    2° Come, in pratica, vogliono arrivarci?

    3° Da questo cosa può scaturire e crearsi?

    4° Come servirsene e quale appoggio loro intellettuali gli darebbero?

    5° Il fronte unico operaio lo intendono come tale, cioè creazione dei Comitati operai e contadini?

    6° Per la conquista del potere o continuare ad essere servi e sfruttati?

    È a questo che desidero una precisa risposta come io l'ho fatta, da operaio rozzo e ignorante sì, ma con tanta volontà d'istruirsi ed imparare e senza equivoci bene impostare i problemi proletari e saper dire cosa si vuole.

    Abbiamo parlato di fronte unico operaio sin dal 1922. Il fascismo è un movimento complesso e importante: sotto ai suoi aspetti... pittoreschi stanno interessi precisi. R. L. lo ha sempre studiato tenendo presenti due criteri: inquadrarlo come fenomeno italiano (sagre, sanfedismo, signoria del Rinascimento, costume politico e morale non europeo), intenderne le basi economiche alla luce di un metodo marxista. Perciò abbiamo parlato sempre di lotta che durerà per decenni, che deve svolgersi con assoluta intransigenza, ecc. Se si considerano le classi che oggi partecipano alla lotta politica, il fascismo si può considerare stabile e sicuro. Nessun colpo di mano può fargli paura perché gli uomini capaci di fare un colpo di mano sono nel fascismo. E noi siamo risolutamente nemici di un antifascismo che si fondi sui colpi di mano e sulle congiure.





    Dunque non si può contare se non sulla partecipazione di nuove forze alla lotta politica. Un movimento di masse porterà nella lotta la franchezza della tattica aperta e della combattività senza quartiere.

    L'Unità protesta quando noi dichiariamo che il proletariato è ancora in un momento di depressione. La realtà è che gli operai e i contadini hanno oggi un peso minimo nella lotta politica italiana.

    Perché?

    1) Perché l'offensiva fascista ha fatto emigrare i più audaci e resi incerti o inoperosi i timidi, anche con l'incubo della disoccupazione. Solo quando il tenore di vita migliora, il proletariato è padrone di tutto il suo spirito di resistenza;

    2) Perché la divisione dei tre partiti, inevitabile per circostanze contingenti, allontana molti dalla lotta e consuma l'energia dei partecipanti in lotte intestine.

    Bisogna lavorare con spirito di lealtà a superare queste divisioni. Noi crediamo che il movimento operaio lasciato alla sua iniziativa, aiutato in buona fede, troverà da sé le vie e gli strumenti della lotta. Con quali fini? Noi non abbiamo nessun limite a priori da proporre: il risultato dipenderà dalla maturità e dalla capacità del movimento. E crediamo in ogni caso che dalla partecipazione operaia alla vita pubblica la chiarezza e l'onestà della politica avrà tutto da guadagnare.

    Come arrivare al fronte unico? Da parte nostra nessuna pregiudiziale contro i Comitati operai e contadini. L'importante è non farsi illusioni e sapere che si lavora a lunga scadenza per una lotta politica più seria e dignitosa. Intanto il compito di R. L. noi lo vediamo in questo: creare tra i giovani di tutti indistintamente i partiti di massa che si oppongono al fascismo un'atmosfera di lealtà critica e una comune volontà di lotta, senza preoccupazioni parlamentari e senza possibilità di compromessi.

p. g.