LE RESPONSABILITÀ DELLA GUERRA

Le responsabilità della Serbia.

    È noto che l'avanguardia rivoluzionaria serba, la "Giovane Italia" della lotta per l'Unità, era costituita prima della guerra dall'organizzazione "L'Unità o la Morte". L'aveva fondata il colonnello Dimitrievic-Apis, autore del colpo di stato del 1903 contro gli Obrenovic. La fondazione risale al maggio 1911 ed è una risposta all'annessione della Bosnia-Erzegovina all'Austria. Il colonnello Dimitrievic era un bel carattere di patriota fazioso e sovversivo; il suo programma era l'unità serbo - croato - slovena; nella scelta dei mezzi d'azione procedeva con assoluta spregiudicatezza: terrorismo, attentati, rivolte. L'organizzazione del colonnello Dimitrievic preparò prima della guerra gli attentati di Juchic e di Doicic: durante la guerra balcanica seppe comportarsi eroicamente, fu l'avanguardia dei combattenti.

    Prima della guerra europea scoppiano tra il Comitato Centrale dell'Unità o la Morte e il partito radicale di Pasic e di Protic i primi conflitti: è la lotta per la priorità in Macedonia finita coll'abdicazione di re Pietro in favore di Alessandro. In realtà in questo periodo il colonnello Dimitrievic si sta orientando decisamente contro la reazione Pasic-Caragiorgievic. Tuttavia egli è ancora in prima linea al tempo dell'attentato di Saraievo.





Saraievo.

    L'attentato di Saraievo fu dunque organizzato dall'Unità o la Morte. Ma quale parte vi ha avuto Pasic? Le ultime testimonianze pubblicate in questi giorni illuminano questo punto oscuro. Le prove a carico di Pasic sembrano decisive.

    Liuba Jovanovic ministro di Pasic nel 1924, ex presidente della Scupcina, scrive nella prefazione al libro di Csiunin: Il sangue degli Slavi (Belgrado, 1924): "Non ricordo esattamente se alla fine di maggio o al principio di giugno Pasic ci ha detto un giorno (stava parlando di queste cose col ministro degli interni Protic ma lo disse anche a noi) che si stavano facendo preparativi da parte di certe persone per andare a Saraievo a uccidervi Francesco Ferdinando il mattino del ricevimento ufficiale".

    Victor Serge nell'ultima Clarté pubblica le dichiarazioni del colonnello Simic, amico intimo di Dimitrievic-Apis. Ecco le parole di Simic:

    Apis collaborait de façon quotidienne, avec l'attaché militaire russe Artamanov. Par Artamanov il connut les résultats de l'entrevue de Konopicht, fort naturels en raison de la fermentation des slaves d'Autriche, depuis la victoire serbe. Par Artamanov, il sut que François-Ferdinand assisterait aux grandes manoœuvres de Bosnie.





    François-Ferdinand lui apparaissait comme l'homme qui nous avait chassés d'Albanie, de Durazzo, de Scutari, l'homme qui voulait annuler la paix de Bucarest. Sa mort, c'était la camarilla militaire austro-allemande décapitée, la guerre différée - nous n'étions pas prêts - ou au contraire la préparation autrichienne interrompue par de brusques hostilités. C'était, peut-être, le soulèvement des slaves d'Autriche-Hongrie.

    L'hypothèse de la guerre immédiate étant plausible, Apis crut devoir avant d'agir consulter Artamanov. Il le mit au courant des préparatifs de l'attentar. L'attaché militaire russe différa de quelques jours sa résponse.

    Ce fut textuellement: "Marchez! si l'on vous attaque vous ne serez pas seuls!

    L'intervalle entre la question et la réponse montre qu' Artamanov avait consulté ses chefs. Qui? Hartwig certainement. Hartwig savait tout, c'était la conviction d'Apis. Probablement aussi Saint-Petersbourg, où Hartwig avait des amis personnels.

    Artamanov connaissait bien l'activité de la "Main Noire". Je crois qu'il lui versa quelque 8000 francs pour la propagande serbe en Autriche.

    È notorio che l'influenza dell'ambasciatore russo a Belgrado Hartwig su Pasic era assolutamente dominante.





    Ma Pasic conosceva e ispirava i congiurati anche per un'altra via: aveva tra i cospiratori una sua creatura, Milan Ziganovic. Voia Tancosic prendeva le armi dalla fabbrica di stato di Craguievaz; Ziganovic era direttamente a contatto degli esecutori. La Mano Nera disponeva di tre itinerari illegali sicuri verso la Bosnia: Sepacta Ada, i dintorni di Zvornich, Liubovia. Per i due primi itinerari passarono i congiurati Prinzip, Ciabrinovic e Danilo Ilic. Per Sepatea Ada furono portate le bombe a Tuzla da M. Jovanovic. A Tuzla le ricevette Ilic di ritorno da Belgrado, dove aveva avuto un ultimo colloquio con Dimitrievic alla fine di maggio, e le portò a Saraievo in una valigia. Al processo di Saraievo Prinzip e Ilic dichiararono che le armi erano state procurate da Ziganovic che le aveva portate sino a Sepactà Ada al maggiore Julovic. Il maggiore Julovic è stato poi fucilato nel 1917 nell'affare di Salonicco.

    Che Ziganovic fosse un uomo di Pasic è dimostrato: alla nota austriaca che chiedeva il suo arresto, Pasic fece rispondere dal prefetto di polizia di Belgrado che non esisteva a Belgrado nessuna persona che si chiamasse Milan Ziganovic. Egli abitava invece nella città fin dal 1908. Si dovette dare ordine alla direzione delle ferrovie, dove Ziganovic godeva di una sinecura, di cancellare il suo nome da tutte le liste e registri di funzionari. Intanto lo facevano fuggire in Albania.

    Ziganovic ricomparirà nel 1917 come principale teste d'accusa nel processo di Salonicco.





Il processo di Salonicco.

    Nel processo di Salonicco trovano la morte gli uomini principali dell'Unità o la Morte. È l'epilogo della lotta per la priorità in Macedonia: ma il processo, è sembrato anche a taluno l'epilogo di Saraievo; la difesa di Pasic contro la possibilità di rivelazioni pericolose sulla sua opera del '14.

    Non si può negare che in questo affare di Salonicco ci sia del torbido e dell'equivoco. Il colonnello Dimitrievic, il maggiore Julovic e Malobabic sono condannati a morte: l° per aver voluto consegnare il fronte agli austro-tedeschi; 2° per aver organizzato un attentato contro il re Alessandro il 29 agosto 1916.

    Ma esisteva quest'attentato? Pare che l'inchiesta fatta dai poliziotti francesi che accompagnavano il re in quel giorno risultasse negativa. Certo è che questa inchiesta francese non fu letta al processo per quanto Dimitrievic lo reclamasse.

    E la rivolta? Il luogotenente colonnello Gatalovic, membro del consiglio supremo di guerra ha votato nel processo contro la condanna. Egli giustificò il suo voto con questa dichiarazione: "Non esistono né l'attentato né la rivolta". Il colonnello Sturm Jurisic, che al processo di Salonicco aveva attestato contro Apis di aver udito fischiare le palle intorno all'automobile del re il 29 agosto 1916, si è ucciso lasciando una lettera della quale in Serbia viene proibita la pubblicazione. La voce pubblica riferisce il suicidio al pentimento per la testimonianza di Salonicco.





    Allo stato delle cose solo la pubblicazione del processo di Salonicco potrebbe recare una luce completa. Ma non se ne fa nulla perché al processo di Salonicco Dimitrievic ha confessato di aver organizzato l'attentato di Saraievo ma ha pure indicato i nomi di tutti gli uomini che erano a conoscenza dello svolgimento dei preparativi dell'impresa. Eliminato a Salonicco con Apis il maggiore Julovic (che nel maggio 1914 ricevette le bombe a Sepatca Ada da Ziganovic) è Ziganovic, diretto agente di Pasic, il testimonio principale. Ma Ziganovic ha sostenuta l'accusa nel processo di Salonicco: subito dopo il governo serbo di Corfù lo ha mandato in America con un passaporto al falso nome di Dandovic. Dopo la guerra si è ritirato a Uscub dove per i servizi resi gli hanno donato estesi possedimenti. È qui la chiave delle responsabilità di Pasic e indirettamente della Russia. Non si può negare che il contegno di Ziganovic e i modi con cui è stato trattato dal governo autorizzino molte supposizioni.