NOTE SUI PUGLIESIIl popolo pugliese è commerciante per eccellenza; commerciante fortunato, sia pure, ma intelligente, astuto fino al simbolo della "scarpa grossa"; disonesto, mai, e tanto meno trafficante. Dedito per l'impulsività stessa del suo temperamento, più alla immediatezza del baratto che alla cavillosità della speculazione o del lercio ebraismo dell'usura, attaglia meglio al suo viso la smorfia dello spensierato Brighella, anzi che la nera mascherina del volgare Pulcinella o il pizzo interrogativo del mefistofelico Pantalone. Mercanteggia in cereali, in olii, in vini, in pesci, in equini, in ovini; il foggiano ha le sue "fosse" di grano; il barese, i suoi magazzeni di carubbe; il leccese le sue lunghe teorie di santi e di madonne di carta-pesta. E questo popolo mercante, che, all'apparenza, ama poco la sua casa e la sua terra, e si spinge nei lidi più lontani, più per l'ardente smania di nuova vita che per l'assillo di un guadagno sconfinato, ha la spietata nèmesi tutrice dei suoi nati e dell'onore della sua famiglia, che, quasi con gomene invisibili, lo riconduce, già vecchio cadente e con le ossa rotte dalla "sciabla" americana, nel seno suo, a morirvi dopo aver affidato alle figlie sposantisi il tisico gruzzoletto, per tanti anni ragranellato. La religione di questo popolo - impenitente bestemmiatore, più per innato malvezzo che per ostentato atavismo di malvagità - è piena di indigeti numi tutelari, quasi sempre patroni paesani, e qualche volta familiari, invocati nei frequenti momenti dubbi della vita, (non sempre per egoistico pavido timor di morte) con cristiana coscienza implorativa o votiva, non col solito tremore dell'accoltellatore napoletano, baciante lo scapolare di S. Gennaro, prima di provare, sul palmo della mano il filo della sua lama omicida. Religione, talvolta anche paradossalmente superstiziosa, che si ésplica, come per lunga compressione, alle mura dei santuari e nelle solenni feste patronali. Le statue da portarsi in giro, quasi sempre troppo pesanti per ómeri umani, sono contese in una libera concorrenza di offerte in denaro, nelle quali l'ascesi delle cifre è dettata, più che dalla vana pompa di facoltosi, dalla verace votività dei fedeli; ed esse statue, lungi dall'essere, per il popolo pugliese, mete di quella fatale isterica auto-esaltazione siciliana o abbruzzese, - tanto bene espressa dal "voto" di Michetti, diventano centri di brevi, ma intensi ascetismi, di miglioramenti psichici, di aspirazioni celesti. F. M. PUGLIESE
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