Della vita ingleseINTERNO BRITANNICOMisses Joy, la vecchia signora scozzese - sette figli e cinque figlie - è in un momento di tristezza. Lo annega nelle confidenze, mentre centellina la birra, nel grande bicchiere di porcellana colorata, suo fido compagno di ogni sera dopo il supper. Come tante vecchie madri inglesi, anche lei ha i figli dispersi pel mondo, sui varii continenti, separati dagli oceani, ma uniti dalla bandiera britannica, partiti un giorno, armati soltanto della loro rudezza, della loro tenacia, del loro orgoglio britannico. Fuori dell'Isola Madre tutto è straniero, ma tutto questo mondo straniero si sforza di parlare inglese e per l'inglese è in funzione dell'Impero. Dei cinque figli di Misses Joy, John è in Egitto, impiegato di banca, Robert ufficiale a Calcutta, Richard, ingegnere nelle miniere d'oro a Capetown, Peter a Buenos-Ayres nella South-American Railway Company (capitali inglesi e personale dirigente importato dall'Inghilterra), William a Sydney, maestro. Anche le due figlie maggiori di Misses Joy, quelle sposate, vivono fuori dall'Inghilterra; una al Canadà , l'altra nella Nuova Zelanda. Non sono gli assenti però che crucciano la vecchia madre. Non li vede da otto o da dieci anni; sa che hanno la loro vita di famiglia e la difendono e la difenderanno per il meglio; non le scrivono più di una volta all'anno, per dirle i loro avvenimenti famigliari: nascita di nuovi figli, malattie, aumento o perdita di ricchezze. Quel che cruccia la vecchia madre sono le tre più giovani figlie che vivono con lei. Mable è uscita di casa dopo il lunch, dicendole che non sarebbe tornata che alla mezzanotte. La vecchia Misses Joy suppone che la figlia possa essere andata al "Christian Student's Club", ove ormai passa le sue giornate. Muriel è partita al mattino per Brigton per passarvi il "week-end" con alcuni amici e non tornerà che lunedì sera; Barbara è da ieri a Southampton a giuocarvi il campionato di golf e vi resterà per una diecina di giorni. Le tre figlie sono uscite di casa, andandosene per la loro vita che non può aver nulla in comune con quella della loro vecchia madre, dicendole semplicemente quando torneranno, e salutandola con un "Good by mummy!" o, meno dolcemente con un "Good by mother!". La madre suppone dove possano essere andate le tre figlie, perché ha sentito che ne parlavano insieme l'altro giorno al dinner, ma esse non gliel'hanno detto. Non hanno sentito di doverglielo dire, come non sentono di dover dire alcunché alla madre della loro vita. Sono tutte e tre abbastanza individualiste da pensare a se stesse alle proprie cose, da andare per la vita difendendosi da sole. Inoltre arrotondano la rendita loro assegnata, con piccoli guadagni, ciò che aumenta la loro indipendenza. Nemmeno questo cruccia la vecchia madre. La autonomia della donna è nel carattere della razza. Anche lei, quando volle sposarsi, lo annunziò semplicemente al padre, senza pensare di chiedergli il consiglio. In queste sue ultime tre figlie, altre cose più profonde ed inspiegabili, ai suoi occhi ed alla sua ragione, tormentano Misses Joy. - Voi non potete pensare - mi dice diffondendosi nel calore della confidenza - il senso di smarrimento ch'io provo considerando le mie tre figlie. Se non avessi la coscienza d'aver fatto sempre il mio dovere, ne morirei. Io non capisco più nulla di loro. La vita delle giovani d'oggi, non è solo differente, ma è opposta a quella che fu la mia, la nostra vita di giovani. Le nostre passioni, le nostre ambizioni non sono più le loro. Le vie che noi abbiamo percorso, le aspirazioni che ci agitarono, le méte che noi guardammo nella nostra gioventù, le illusioni che ci fecero compiere il nostro dovere di donne, non interessano affatto le nostre giovani d'oggi, anzi loro le disprezzano, ne hanno orrore e lo dicono chiaramente. Voi vedete Mable. Ha ormai venticinque anni. Dovrebbe pensare a sposarsi, invece passa le sue giornate al Club a fare dello spiritismo od al Labour Party a scrivere articoli per il giornale femminile laburista. A venticinque anni! A venticinque anni io avevo già due figli e vivevo con mio marito ingegnere in una casa isolata sul lago Ontario, dove i pericoli non mancano. Una notte ci dovemmo difendere da un attacco di predoni e mio marito ed io con i domestici ci difendemmo a fucilate. - Che pensa di fare Mable? - Io non ci capisco niente! L'altro giorno gliel'ho domandato, così incidentalmente, e mi ha detto che non sa cosa farà della sua vita, ma che quel che la interessa è la politica, le sedute spiritiche la appassionano, mentre la sola idea del matrimonio le ripugna. Le ripugna, pensate, ha detto proprio così. Ditemi: vi pare una risposta seria questa, la risposta di una ragazza sana di mente? Il matrimonio le ripugna!! Come si fa a sapere cos'è il matrimonio, prima di essersi sposati? E' impossibile, non vi pare? It's quite foolish. E fosse solo Mable ad avere queste fisime, queste assurde idee per la testa! Ma è anche la più piccola, Barbara, che ha ormai anche lei, a diciott'anni, le sue idee sul matrimonio! Ma si, voi non lo credereste! Tempo fa è venuta a casa portando un sacco di libri sul "Birth control" sulla "Slavery of the woman". Un libro, d'una certa MOM BARD "The truth about Mariane", che io ho sfogliato, diceva, niente meno, che il matrimonio è la schiavitù della donna, che l'uomo è brutale ed impone alla donna quello che lui vuole! E Barbara ma lo ha confermato seriamente, parlando con me. "L'uomo - mi ha detto solennemente - è brutale ed il matrimonio ed i figliuoli sono la nostra schiavitù. Noi vogliamo finirla con questa tirannia! L'amicizia è il vero sentimento buono nella vita, ed io voglio vivere sempre colla mia amica Mary". E se ti é andata agitando con grande decisione la sua testina dai capelli bobbed. E Murriel! È venuto a trovarmi il suo fidanzato per dirmi la sua disperazione perché Murriel gli ha detto che non vuole sposarsi, perché quando sarà sposata ed avrà la cura della casa ed i figliuoli, non potrà più giocare al golf, che è il suo grande hobby! Ma che cose sono queste! Non vi sembrano pazzie? Ma per una donna la casa, i figli, il matrimonio è tutto, non vi pare? Io vorrei sapere chi mette in testa alle giovinette d'oggi queste idee balorde! Come se esser madre non fosse la vera nostra superiorità di donne, di fronte agli uomini, di fronte a tutti. Perché mi sono sempre imposta a mio marito? Perché i figli erano miei, prima che suoi, perché io sapevo curarli, allevarli, perché io davo a lui quella tranquillità interna ed esterna che gli permetteva d'andare nella vita a lottare. Il matrimonio è ripugnante? I figli sono una schiavitù? Ma cosa credono queste ragazze che sia mai la vita? Certo i figliuoli sono un tormento, ma sono una gioia; ci prendono tutta la nostra vita di donne e ci lasciano poi sole, esaurite, per andarsene altrove, ma la soddisfazione d'aver dato tutto, ci conforta nella vecchiaia. Ed è la nostra ricchezza. Invece come vivranno, cosa faranno queste ragazze d'oggi quando saranno vecchie? Oggi hanno del filo da torcere, perché sono giovani e belle! La vecchia signora, ha una pausa e poi continua: - E poi, voi che siete vecchio più di me lo sapete, di certe cose nella vita non si può fare a meno. Ancora: senza orgoglio, ditemi: se non ci fossimo state anzitutto noi madri, ci sarebbe stato l'Impero britannico? Londra, 1925. ALBERTO CAPPA
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