LA MASSONERIASi può ripetere per la massoneria esattamente quello che dicevo della Chiesa cattolica. Se questa non ha più, quella non ha mai avuto potenza spirituale nel vero senso della parola. Non c'è un'idea di oggi che venga da quella matrice. Qualcuna l'ha bensì acchiappata e cerca di monopolizzarla facendola morire di soffocazione. Ora si sente che l'aria sua non è vitale. Si tratta, anche qui, di una organizzazione sociale, esteriore, senza vita di pensiero, i cui effetti pratici sono stati molto esagerati ad uso e consumo di due sorta d'uomini deboli: di quelli che attribuiscono sempre le proprie sfortune alle vicende esterne e di quelli che contano sempre su queste vicende per avere fortuna. Invece, se debbo proprio dire il mio sincero parere, io credo che non si possa neppure attribuire alla massoneria quella forza di colleganza, d' azione, di sforzo comune, di superiore camorrismo, che, in un paese così disorganizzato come il nostro, qualche cosa pur significherebbe. La massoneria non soltanto non è da noi una forza ideale, grande o piccina, ma non è nemmeno una grande forza sociale. I massoni vivono di compromessi e di accomodamenti quanto i clericali, e come questi non sarebbero capaci di sacrificarsi veramente per quello che giurano è il loro ideale, così questi altri tutti i giorni danno qualche taglio al loro programma per vivere: parlo, si capisce, in generale e non delle eccezioni. Se fosse di più la massoneria sarebbe una discreta potenza ed essa non lo è. Scorrete la storia italiana dopo il Risorgimento, al quale ha così poco contribuito, e vedrete. Non c'è uomo veramente forte il quale, opposto alla massoneria, non abbia potuto farsi il proprio posto nella vita. Non c'è idea veramente nuova che possa aver trovato nella massoneria un ostacolo veramente insuperabile. Se dovessi riassumere in una formula l'opera della massoneria in Italia, direi, che né un uomo né un'idea essa affermò o fermò. (1920) GIUSEPPE PREZZOLINI
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