CHIESA

    I giornali fascisti hanno ripubblicato una frase contro l'on. Chiesa di un articolo di Rivoluzione Liberale dell'anno 1923 n. 10 dedicato ai repubblicani. Lo spirito di quell'articolo tendeva a mostrare come il partito repubblicano prima della guerra non fosse riuscito a trovare la sua funzione sociale e si esaurisse in episodi retorici di prefascismo, irredentismo, campagne moralistiche, lotta politica identificata in lotta all'uomo. Si notava poi quale esempio di ironia della storia come questo moralismo si trovasse a "darci lo spettacolo di Eugenio Chiesa, paladino di purità, implicato nel più disgustoso degli scandali". Si alludeva, come tutti capirono, allo scandalo dell'areonautica su cui chi scrive non poteva conoscere ancora i risultati della Commissione d'inchiesta, che si pubblicarono in quel tempo e che concludono:

    "Che l'opera del Commissario Generale Onorevole Eugenio Chiesa, concordata sempre approvata e mirabilmente secondata dalla Commissione Centrale tecnico amministrativa, oltre che caratterizzata da una attività prodigiosa da parte di Lui e inspirata sempre alla scrupolosa correttezza, sia politica che amministrativa, fu giustificata in massima dalle circostanze e nel suo complesso illuminata e fattiva; e avrebbe mostrato risultati notevolissimi se l'evento, fortunato, dello armistizio non l'avesse arrestata nel momento del suo migliore sviluppo".

    Intanto è evidente che nel nostro accenno non c'era intenzione alcuna di una polemica morale su E. Chiesa: certi attacchi non sono nel nostro stile. Se fosse il caso di far un processo all'on. Chiesa la nostra più forte accusa sarebbe come al solito, politica - per la sua colpevole indulgenza verso i primi anni del movimento fascista. In quanto all'inchiesta la prova della sua indiscutibile onestà dà nuovo argomento alla nostra ironia sul suo moralismo generico vittima delle stesse armi scandalistiche da lui usate.

    Gli accusatori di E. Chiesa non possono scendere su questo terreno politico e di stile: la loro banalità sarebbe disarmata. Perciò di fronte alle armi meschine di certo giornalismo noi, critici spregiudicati, sentiamo il dovere di attestare al deputato repubblicano la nostra stima per la generosità garibaldina delle sue battaglie, disinteressate anche quando furono enfatiche e ingenue.

p. g.