LA SITUAZIONEGli ultimi avvenimenti confermando le nostre tesi e dimostrando che non ci eravamo ingannati sostenendo, contro l'ottimismo di tutti, una ulteriore capacità di resistenza del Mussolini, ci lasciano sereni al nostro posto. I fatti nuovi essendo stati da noi previsti il nostro pensiero non ha bisogno di revisione. Lo riaffermiamo: 1) Salandra, Giolitti, i combattenti, i dissidenti del listone non servono a liquidare il fascismo. 2) Due anni di lotta contro il fascismo hanno migliorato il costume politico di un gruppo di italiani; la resistenza delle opposizioni ne è una prova. Non metterebbe conto aver combattuto questi due anni per tornare a Giolitti o a Salandra. 3) La politica... conservatrice del Mussolini non ci spaventa. Abbiamo scritto l'elogio della ghigliottina mentre si facevano qui a Torino le liste di proscrizione. 4) In quanto alla libertà di stampa parlando ad un pubblico ristretto, che sa leggere, noi ci impegnamo di conservarcela. 5) La liquidazione del fascismo non si può aspettare dagli intrighi parlamentari né da interventi dall'Alto né dalle barricate. Non si può continuare il costume inaugurato due anni fa: la lotta politica non può ridursi a una successione di spedizioni di avventurieri e di dilettanti d'armi. Si liquida il fascismo lavorando per preparare una classe dirigente seria e nuova; cercando di abituare il popolo italiano a un maggior senso di dignità e di carattere. 6) Nei Comitati delle Opposizioni i Gruppi di "Rivoluzione Liberale" sostengano queste premesse di integralismo; concludendone che non si deve mutare la tattica cominciata nel giugno; ma preparare un'atmosfera di collaborazione leale tra popolari e socialisti che sappiano proporsi nel futuro con sicura maturità il problema del governo. Quando il Mussolini farà le elezioni l'Aventino applicherà la proporzionale prima delle elezioni, formando il cartello elettorale, dividendosi i posti e concentrando i voti su un solo candidato per ogni collegio. p. g.
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