MUSSOLINISMOAl punto in cui le cose si trovano oggi, ci è concesso dare del fascismo il seguente giudizio che crediamo storico e definitivo. Il fascismo (più propriamente lo squadrismo) è la diga colla quale la vecchia classe dirigente italiana ha tentato d'impedire l'avanzare e l'affermarsi della nuova classe dirigente, qual'è scaturita dalla guerra e dalla lotta civile. Lo squadrismo fu specialmente rivolto contro la proporzionale e contro gli enti sindacali; poiché tanto l'una che gli altri tendevano a limitare la sfera d'azione e d'influenza della vecchia classe dirigente, vitalmente legata alle clientele, alle sette, ed ai gruppi finanziari. Da ciò la difesa del collegio uninominale, dell'autonomia individuale degli uomini politici contro la tirannia dei partiti, e del protezionismo. Campioni di tale storica lotta: Sturzo e Giolitti. Eserciti di manovra: i partiti politici, ma specialmente il popolare ed il socialista, da una parte; e la borghesia grande e piccola, i reduci e la Monarchia, dall'altra. Pattuglia d'azione unica: lo squadrismo-fascismo. Adesso che la vecchia borghesia crede di aver partita vinta, per mezzo di Salandra, di Orlando, e di Giolitti, s'affaccenda per guidare a maturazione il vecchio proposito di sgonfiare il fascismo; in ciò grandemente aiutata dallo stato d'animo prodottosi nel Paese in seguito all'eccidio del 10 giugno. L'ultimo atteggiamento normalizzatore di Mussolini sembra confortare questa loro speranza: a cui la proverbiale paura degli "spettri" dell'uomo di Predappio sembra debba fare da garanzia. Ad un disinteressato osservatore, l'ultima scena della commedia parlamentare, sa molto di do ut des. Contro il pericolo che le vecchie zitelle del conservatorismo vogliano salvare Mussolini, dopo il sacrificio del fascismo; bisogna sin da ora sentire il dovere di alzare la voce, per far chiaramente intendere che gli italiani non sono soltanto contrari al fascismo ed alla sua probabile ultima incarnazione: il mussolinismo, che sono il meno; ma che sono invece principalmente contrari alla classe che ha voluto e rese possibili tali politiche espressioni. La nostra maggior lotta è quindi rivolta contro la vecchia classe dirigente italiana impersonata da Orlando, da Salandra, da Bonomi, da Giolitti e dagli altri minori animali politici; anche parché ci sembra che la recente evocazione del mussolinismo, abbia per iscopo d'impedire l'auspicata moralizzazione della nostra vita politica; che rimarrà ognora oscurata dalla nube del delitto del 10 giugno, fintanto che i responsabili tutti non avranno regolato i loro conti con la Giustizia. Se in Italia il sentimento giudirico fosse più radicato e vivo, queste ultime parole non sarebbe toccato a noi di dirle, ma al comm. Tancredi. In ogni modo Salandra ha capito: gli italiani guardano ai variopinti evocatori del mussolinismo, come a dei complici. Si regoli quindi, e si regolino i suoi amici! a. c.
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