TRE FACEZIE FIORENTINE
IN CONTO LIQUIDAZIONE
Era fatale che la Toscanina mezzaiola, sufficiente a se stessa come ai suoi contadini il podere; scettica per raffinatezza, crudele per attaccamento alla roba e ignara d'altro governo che non sia quello di parte, assistesse incredula alla passione unitaria del Risorgimento e alle aspirazioni umanitarie della guerra mondiale, e si prodigasse, invece, nella guerra provinciale delle fazioni.
"Odi l'altra parte et chedi pochissimo".
Cerchi e Donati, Dumini e Carosi.
Firenze, fallita capitale d'Italia, doveva risorgere capitale del Fascio.
Tuttavia, sotto la cenere avvelenata della sua provincialità rissosa, cova ancora qualche favilla dell'antico genio realistico e motteggiatore, sempre buono a incendiare i più tronfi palloni, anche se decaduto dalla maestà dei Sacchetti o Boccaccio al lazzo del Piovano Arlotto o al rutto del trippaio.
E' questo genio che liquiderà il suo fascismo.
Nella pianura padana sarà il paziente eroismo dei lavoratori che han redento dalle acque la terra loro; in Piemonte la quadratura legalitaria dei caratteri, nel Mezzogiorno il risentimento contro la nuova invenzione di governo dei settentrionali. In Toscana sarà il frizzo mordace di un popolo che può scaldarsi, ma col patto tacito di non arrivare a "confondersi", convinto com'è- in fondo - che anche il patriottismo tutto sta nel figurarselo e dal momento che il vento muta, il più sicuro grido di guerra rimarrà sempre "Viva chi regna".
La facezia è il segno che la comincia a puzzare. Altra difesa dalla tirannide non c'è in Toscana.
E prendiamola per quello che vale, a sollievo di chi si accora.
FACEZIA PRIMA
A chi la bandiera?
In uno degli ultimi assalti fascisti per conquistare una bandiera rossa, assalitori e assaliti tumultuavan di fronte, pronti a menar le mani.
Quand'ecco il più accanito dei difensori farsi avanti, cambiato di tono e d'avviso, e intromettersi come paciere presso i compagni e consigliar addirittura la consegna della bandiera al duce avversario.
Ma bonariamente, come chi cede a una giusta ragione. "A lui gli si pol dare. Gli ha diritto. Mi ricordo che messe dei quattrini anche lui, quando la si dovette comprare".
FACEZIA SECONDA
Ma chi si bacchetta?
Ma chi si bacchetta? interroga un randellatore preoccupato dall'influenza della nuova piega politica nei riguardi professionali.
"Ora viene la riazione. Ci mettono in mano un altro bacchetto. Ma chi si bacchetta se siam sempre gli stessi?
FACEZIA TERZA
Barbadoro, l'hai trovata la madia!!
Questa è di classe superiore. E io propongo che sia archiviata nei detti celebri e tratti di spirito del popolo italiano, e diffusa per fini nazionali.
Che sia diretta a un Barbadoro o Barbadargento o Fedineappunta, importa poco. E' un giudizio capitale su una classe politica; la smontatura popolare che passa al Monte di Pietà l'Elmo di Scipio.
Pare che abbia dato ragione al duello Tamburini-Chiesa. Era attribuita a Rosadi che ha smentito; la voce pubblica la rivendica a Rosai.
Io non ho fatto a tempo a chiedere al bravo Ottone se l'ha sbottata lui.
Ma mi piace immaginarlo, sceso il Ponte a Santa Trinità, dopo chiusa bottega, lungo lungo, quasi incurvato dal peso di quelle sue manone tutte sangue e nodi che han posato il moschetto e ripreso con semplicità la sgorbia e la pialla artigiane anche se san trattare con onore il pennello e infilano alla bottoniera i nastrini azzurri; per non scomparire. Guardarlo godersi con quell'aria di ciompo che non le beve, la passeggiata carnascialesca dei compagni rimpannucciati dal "patriottismo"; la baldoria dei tenenti che son generali, degli altri pari tramutati in commendatori, delle coregge caramellate (questa si è di Rosadi) che pretendono di rinnovare l'Italia, e sceltosi il più bello, scoccargli, confidenziale, il suo saluto.
Per gli altri, finché la va, la balla. Ma tra te e me ci s'intende.
Barbadoro, l'hai trovata la madia!!
Il che, interpretato secondo la nuova machiavellica, può dar luogo a una sintesi storica dell'era novella in tre capitoli conclusivi:
CAP. I. - Del modo tenuto da Barbadoro per trovare la madia.
CAP. II. - Del modo tenuto dal medesimo per conservare la madia.
CAP. III. - Del modo tenuto dallo stesso per ricuperare la madia.
PIERO JAHIER
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