Saluto all'altro parlamento

    Dopo due anni di sgoverno, dopo quattro di illegalità e di delitti, il fascismo ufficiale, screditato e isolato, ridotto come pratica efficienza ai quadri della milizia giurata ed ai gregari dello squadrismo provinciale, mostra di aver percorsa quasi per intiero la sua parabola di fenomeno post-bellico tipicamente italiano.

    Ma la situazione interna in Italia resta dominata da un altro fascismo più vero e maggiore, rappresentato da quei gruppi parlamentari, burocratici e plutocratici, che, minacciati nella loro pluridecennale onnipotenza dai risultati delle elezioni proporzionalistiche del '19 e del '21, tentarono poi la riscossa contro le nuove classi affiorate dopo la guerra, sfruttando perciò le esigenze di una parte dei reduci e le idealità dei ceti medi.

    Recentemente queste forze conservatrici, poiché la compagnia del fascismo ufficiale si era fatta compromettente ed imbarazzante, pensando di potersi disfare o prima o poi dell'incomodo vicino, lasciarono inscenare la nota manovra della "soluzione di centro" e mandarono perciò alcuni loro zelatori a tentar di rompere la compagine della opposizione, invitando gli elementi costituzionali a rientrare in Parlamento per costituirsi in ostaggio della maggiorana mussoliniana.

    La manovra andò fallita anche perché le opposizioni si sono ormai avvezzate a non tener più conto di certe distinzioni, non si sa se più ingenue o più ipocrite, e perché hanno inteso tutte che il nemico più temibile e pericoloso non è tanto il fascismo recente e transeunte delle "camicie nere" quanto quello antico e perenne dei reazionari del filofascismo e del collaborazionismo fiancheggiatore, sul quale Mussolini si potrà ancora fondare stabilmente. Così la Camera del 6 Aprile, chiusasi precipitosamente dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti, si riaprirà senza le Opposizioni, e di qui ricomincerà con rinnovata asprezza il duello.





    Mai come questa volta la lotta politica in Italia avrà avuto una impostazione tanto semplice e precisa: da una parte i nazionalisti, i clericali, i conservatori, gli avvocati degli agrari e degli industriali protetti, i rifiuti dei partiti vecchi e nuovi, gli avventurieri della politica; dall'altra le masse dei lavoratori coi borghesi rimasti fedeli ai loro ideali di libertà; da una parte la maggioranza della pentarchia tenuta unita dalla sua complicità cogli orrori del fascismo: dall'altra i gruppi delle Opposizioni stretti insieme dalle comuni origini democratiche e dalla comune fede liberale; nessun posto nel mezzo per i giudici conciliatori del moderatume e della retorica patriottarda.

    I Gruppi di "Rivoluzione Liberale", che non da ieri hanno scelto il loro posto nella lotta contro tutti i fascismi, lieti che la recentissima esperienza abbia dimostrato giuste le loro previsioni, logico il loro atteggiamento, alla vigilia dell' apertura dei due Parlamenti, mandano un saluto ai deputati delle Opposizioni, i soli legittimi rappresentanti della libera nazione italiana e invitano i partiti di opposizione a stringersi vieppiù fra di loro per difendere quanto in Italia ancora non è caduto in soggezione del nemico, e per preparare a non lontana scadenza il pieno riscatto politico di tutto il Paese. La battaglia non sarà né facile né breve, ma la bontà della causa, l'insipienza di certi avversari, il tempo lavorano per le Opposizioni. La vittoria toccherà ancora una volta al più perseverante e al più intransigente.

IL COMITATO CENTRALE DEI GRUPPI
DELLA "RIVOLUZIONE LIBERALE"