Vertenza Cian
VERBALI DI VERTENZA CAVALLERESCA
tra i signori On. Vittorio Cian e Dott. Piero Gobetti
I.
L'anno 1924 addì 17 settembre, ore 11, nell'ufficio del Prof. Giuseppe Broglia in via XX Settembre 64, sono convenuti i signori:
Grand'Uff. Prof. Giuseppe Broglia - Comm. Ing. Luigi Accusani di Retorto, rappresentanti dell'on. Cian e i signori Amedeo Gigliotti D'Andrea, Publicista e Dott. Giuseppe Saragat, rappresentanti del Dott. Piero Gobetti.
Il Dott. Gobetti, ritenutosi offeso per il telegramma (sul quale l'on. Cian figurava primo firmatario) diretto al grande mutilato Carlo Del Croix come protesta alla nota pubblicazione comparsa su "La Rivoluzione Liberale" del 2 corrente, ha incaricati i signori Gigliotti e Saragat di chiedere all'on. Cian quelle spiegazioni e riparazioni che ritenessero necessarie per la tutela del suo onore. (1).
Convenuti i quattro rappresentanti, muniti di pieni poteri e previo esame dei reciproci mandati riconosciuti regolari e conformi alle leggi cavalleresche, prendono in esame la questione.
I Signori Prof. Giuseppe Broglia e Ing. Accusani di Retorto, premesso anzitutto che - come da dichiarazione loro rilasciata dal proprio mandante e della quale i signori Gigliotti e Saragat prendono visione - l'on. Cian rinuncia a far valere il diritto che egli avrebbe di rifiutare la sfida per l'età superante di parecchi anni il limite consentito dal Codice Cavalleresco, dichiarano che la qualità di offeso deve spettare al Prof. Vittorio Cian perché il signor Gobetti, oltraggiando a quel modo Carlo Del Croix, ha oltraggiato in lui l'italiano, il collega al Parlamento e l'amico personale del Grande Mutilato.
I Sigg Broglia ed Accusani osservano inoltre che la interpretazione che si vuol da altri dare sulla frase ingiuriosa, deve respingersi senz'altro non reggendo alla prova né della grammatica, né della logica; giacché dato e non concesso per un momento che tale interpretazione fosse accettabile, sussisterebbe sempre l'accenno irriverente ed offensivo a Carlo Del Croix in quella forma dispregiativa di plurale (degli altri "Del Croix").
In opposizione a quanto sopra, i sigg. Gigliotti e Saragat obiettano che non vi è alcuna possibilità di discussione in merito alla qualità di offeso del Dott. Gobetti, anzitutto perché la frase incriminata non è, né può suonare offesa per il grande mutilato Carlo Del Croix - come può rilevarsi da una analisi logica e grammaticale del contesto - e anche per le specifiche e leali dichiarazioni fatte in merito dallo stesso autore della frase che esclude ogni e qualsiasi idea dispregiativa diretta contro il Carlo Del Croix.
Pertanto, l'on. Cian, avendo offeso senza ragione alcuna il dott. Gobetti, non può esimersi dalle responsabilità derivanti dal suo atto, né negare le dovute riparazioni.
Successivamente i rappresentanti dell'on. Cian eccepiscono allo stato attuale delle cose la capacità cavalleresca del signor Gobetti, essendo questi a parer loro, ed in certo qual modo, auto-squalificato per la qualità stessa dell'oltraggio arrecato a Chi, dopo aver donato la sua giovinezza all'Italia, é rimasto simbolo vivente, puro e sacro agli italiani tutti del sacrificio per la Patria, e si trova nell'assoluta impossibilità, nonché di tentare la minima reazione, di aver conoscenza diretta dell'oltraggio stesso.
Per questo secondo punto i signori Gigliotti e Saragat obiettano che esso non è meno infondato del primo, anzitutto perché, essendo insussistente l'offesa contro il grande mutilato Del Croix, cade da per se stesso il motivo della pretesa incapacità cavalleresca del Gobetti; inoltre per il tassativo disposto dell'art. 15 del Codice Gelli, ed infine perché l'atto compiuto dal Gobetti non è compreso né contemplato in alcuna delle cause squalificanti del Codice stesso.
Data la disparità d'opinione tra i rappresentanti dei signori On. Cian e Dott. Gobetti, i sottoscritti, a norma dell'art. 279 del Codice Cavalleresco Gelli, ritengono di investire dell'intera vertenza un Giurì d'onore bilaterale di tre membri, in seguito a che dovrebbero procedere, a norma dell'art. 285 a, alla designazione dei proprii giudici.
Ma, poiché, per dichiarazione dei rappresentanti del signor Gobetti, è attualmente in corso altra vertenza cavalleresca concernente gli stessi fatti e già demandata per medesimi punti controversi ad altro Giurì d'onore, i sottoscritti ritengono opportuno di soprassedere alla designazione dei loro Giudici, in attesa di conoscere il responso dell'anzidetto Giurì, senza pregiudizio di ulteriori deliberazioni.
Letto, confermato e sottoscritto.
Torino, 17 Settembre 1924.
PROF. GIUSEPPE BROGLIA
ING. LUIGI ACCUSANI DI RETORTO
AMEDEO GIGLIOTTI D'ANDREA
GIUSEPPE SARAGAT
II.
L'anno 1924, il giorno 30 del mese di settembre alle ore 18, nello studio del signor Prof. Broglia Giuseppe, in via XX Settembre 54, in Torino, si sono nuovamente riuniti in dipendenza di quanto convenuto nel verbale della precedente Adunanza del 17 Settembre 1924, i signori:
Grand'Uff. Prof. Giuseppe Broglia - Comm. Ing. Luigi Accusani di Retorto, rappresentanti dell'On. Cian;
e i signori:
Amedeo Gigliotti D'Andrea, Pubblicista e Dott. Giuseppe Saragat, rappresentanti del Dott. Piero Gobetti.
I quattro rappresentanti presa visione del responso emesso il 20 Settembre 1924 dal Giurì d'onore costituito dai signori Demetrio di Bernezzo - Felice Casorati e Presidente Generale Alberto Cavaciocchi nella vertenza, Nardini-Gobetti; considerato che la vertenza Cian-Gobetti riveste nelle sue linee generali come già antecedentemente rilevato, gli stessi caratteri della vertenza Nardini-Gobetti, ritengono che i punti controversi siano stati esaurientemente esaminati e risolti dall'anzidetto Giurì.
Per il che convengono di accettarne le conclusioni, dichiarando chiusa la vertenza e rimettono ai loro mandanti il presente verbale unitamente a quello della riunione precedente.
GIUSEPPE SARAGAT
PROF. GIUSEPPE BROGLIA
ING. LUIGI ACCUSANI DI RETORTO
AMEDEO GIGLIOTTI D'ANDREA
Letto il telegramma e constatato che la prima firma era quella del prof. Cian, mentre per gli altri (on Gemelli, Bagnasco, Bertacchi, Pedrazzi) si trattava di gente a me sconosciuta, pregai un amico di presentarsi al prof. Cian che io conosco da qualche anno e di chiedergli con quale animo giudicasse le cose e se a lui o ad altri io dovessi rivolgermi per avere riparazione. Il Cian si rifiutò di ragionare e così nuovamente offeso io dovetti mandargli i padrini.
(p. g.)
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