NORMALIZZAZIONE

    Dal manifesto di Rimini del 1844

    "Nel 1832 la setta de' Sanfedisti reclutò, fra' più perduti individui delle più abbiette classi della società, una mano di gente cupida e facinorosa la quale prese sacramento di fare sterminio de' liberali senza compassione de' pianti delle donne e delle strida dei fanciulli, ed in nome del Vicario di Cristo vennero benedetti i pagnali di questi centurioni dell'Apostolica Romana Sede, i quali si lordarono del battezzato sangue de' fratelli. Più tardi scese il governo alla vergogna di vestirli di uniforme, ed intitolarli volontarii pontificii. Centurioni e volontarii per lunghi e lunghi anni impunemente percossero, ferirono, derubarono, uccisero a tradimento i cittadini tranquilli; gli assassinii si noverarono a centinaia; a migliaia e migliaia le ferite e le percosse, senza dire delle contumelie e dei soprusi d'ogni maniera: e quasichè l'impunità non bastasse, ne vennero agli operatori lodi dal Governo, avanzamenti di grado, e decorazioni di ordini cavallereschi..........

    "E' nella storia romagnola un grave ammaestramento pe' reggitori de' popoli: che quando in luogo della giustizia si pone lo spirito di fazione, il potere non è più conciliatore e giudice ma ladro e omicida; e franto ogni vincolo della società civile, e la sola forza rimane arbitra delle sorti de' cittadini.





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    Da "Lo Stato Romano dal 1815 al 1850" di Luigi Carlo Farini - Firenze, Le Monnier - Libro primo, Capit. V.:

    "I centurioni e volontarii vennero reclutati fra la più abbietta e facinorosa gente, privilegiati di portar armi, di non pagare certe tasse municipali, riscaldati dal fanatismo non solo politico ma anche religioso, perché alcuni vescovi e sacerdoti li descrivevano e addottrinavano. In alcune città e castella dominarono con brutale ferocia: a Faenza, più che altrove, dove il Sanfedismo aveva vecchie e profonde radici, scorrazzavano armati sino a' denti, come orda di selvaggi in terra conquistata: le polizie erano in mano loro; perciò insolentivano e misfacevano impunemente; i contadini, i famigliari si ribellavano all'autorità dei padroni, nè v'era verso di disfarsene; ché i governanti o erano di quella stessa risma, o temevano la prepotenza dell'associazione dominante. La quale vendicava le onte del governo, quelle della religione, quelle della setta, e quelle d'ogni individuo consorte, ed accendeva nelle Romagne un inferno di rabbiose passioni. Che più? I centurioni furono assassini di partito.......

    "Le stesse insufficienti leggi municipale e provinciale venivano torte a favola da circolari pubbliche e secrete, e dalla invasione de' Sanfedisti e centurioni in tutte le cariche e gli uffici. L'ordine giudiziario non riceveva l'assetto che era stato promesso...............

    "I giudici servivano, o per amore, se tinti alla pece della setta, o per timore, o per animo vendereccio. Le polizie erano faziose: un agente di polizia in alcuni paesi faceva paura ai cittadini più che uno scherano: quegli sgherri consociati ai centurioni strappavano ai cittadini i peli dal mento o dal labbro superiore: non permettevano ai liberali lo andare a caccia o a diporto: niegavano passaporti, sorvegliavano le famiglie, violavano domicilio e persona con perquisizioni continue.................

    "Qui bastino i brevi cenni che ho fatti a fine di capacitare i lettori della natura di quel governo che si chiamava di restaurazione...

    "Il governo malversava e comprimeva: il Sanfedismo prepoteva: il liberalismo mordeva il freno e si travagliava di nuovo nelle cospirazioni".