IN MORTE DI UGO STINNESBERLINO, 10 aprile.La figura di Ugo Stinnes resterà per lo storico caratteristica di tempi decadenti e materialistici. Che Ugo Stinnes sia stato per i suoi contemporanei più importante e più celebre di Einstein e di Hauptmann é un fatto che basta per giudicare un'epoca. Forse nessun uomo prima di Stinnes ha avuto mai nelle mani una potenza così grande, senza che essa corrispondesse ad alcuna carica ufficiale. De mortuis nihil nisi bene. Tuttavia dovendo dare dello Stinnes un giudizio storico occorre non nascondersi i danni che l'opera sua ha causato al suo Paese. Un giudizio sintetico, che non mancheremo di dimostrare in seguito, può essere questo: la sua ricchezza favolosa non era cresciuta con il lento sviluppo dell'economia nazionale e universale, ma era il frutto della miseria della Germania vinta, il risultato di quella catastrofe monetaria che lasciava tutte le possibilità ad alcuni uomini senza scrupoli, mentre le grandi masse subivano dolorosamente gli effetti della crisi. Ugo Stinnes, agile, energico, di un egoismo napoleonico ha saputo sfruttare tutte le occasioni del dopo guerra. Quale fu il motore di questo temperamento? Nulla del parvenu, nessuna delle corruzioni che reca talvolta la ricchezza, in questo uomo assolutamente privo di passioni personali, lavoratore instancabile, che non si serviva in alcun modo per sé delle sue immense sostanze. Viveva modestissimo, portando abiti neanche stirati tutti i giorni, privo di ogni vizio come di ogni predilezione. Veniva a Roma e faceva le sue visite commerciali senza ricordarsi dei musei né delle bellezze artistiche. A un giornalista che voleva sapere che cosa egli pensasse della letteratura moderna, rispose che la sua unica lettura era la "Deutsche Allgemeine Zeitung" il giornale di cui egli era proprietario. Il suo lavoro e il suo guadagno non avevano alcun scopo, fuori del suo stesso imperialismo commerciale. A chi gli chiese perché lavorasse tanto, non seppe rispondere nulla fuori della frase banale: - lavoro per i miei figli! - Ma é dubbio che i suoi figli si trovassero d'accordo con lui. La figlia Desia almeno ha pubblicato un dramma, piuttosto mediocre e che viene recitato soltanto in qualche piccolo teatro di provincia, in cui si confessa pacifista e socialistoide. Tutta la sua vita sentimentale si esprimeva in un patriottismo miope, di quel tipo guglielmino che ha tratto a rovina l'impero tedesco. Stinnes ha appunto continuato a vivere nello stile del vecchio servitore imperiale anche nella Germania repubblicana. Fu lui, in prima linea, tra gli ispiratori industriali di Ludendorf. Il suo piano imperialista tendeva alla Lorena francese per trarne la ghisa necessaria ai suoi alti forni, al Belgio, dove avrebbe potuto estendere il suo impero carbonifero, alla Romenia, utile per la sua politica petrolifera. Anche a Spa portò la rudezza e la decisione dell'uomo di affari; e fu egli solo, l'esperto per i rifornimenti di carbone, che osò alzarsi tra gli altri, fermi e silenziosi, a pronunciare il suo discorso contro la malattia della vittoria: "Io mi alzo per parlarvi e guardarvi meglio in faccia..." Questi gesti non gli impedivano tuttavia di pensare al proprio vantaggio. A Londra cercava spregiudicatamente l'appoggio degli inglesi per il suo piano di acquisto delle ferrovie tedesche. Si accordava parimenti col marchese di Lubersac, capitano di industria francese riuscendo a guadagnare nientemeno che una percentuale del 4 per cento per la mediazione di rifornimenti in conto riparazioni che dovevano essere fatti dagli industriali tedeschi. Bisogna notare che la somma veniva tutta a pesare sullo Stato tedesco. Loucheur ha raccontato pochi giorni fa come persino durante la resistenza passiva Stinnes cercasse di trattare con i francesi. Egli fu per la resistenza passiva, perché credette inizialmente, da quel miope politico che é, al successo. Ma appena comprese l'errore non esitò, approfittando delle circostanze a valersi dell'esercito dell'occupazione, per peggiorare le condizioni dei suoi lavoratori anche contro le leggi tedesche. Come tipo egli non é un Self-made-man. Appartiene a una famiglia benestante già da tre generazioni. Il nonno ne aveva fondata la fortuna occupandosi del trasporto del carbone sul Reno. Il giovane Ugo Stinnes si occupò più largamente di vendita e di estrazione del carbone. Già nel 1901 aveva potuto fondare la Deutsch Luxemburgiche Bergwerks und Hutten A. G., un'impresa di proporzioni moderate, non disforme dallo sviluppo generale dell'industria tedesca in quell'epoca. Ma la sua rapida ed eccezionale carriera commerciale appartiene invece completamente al dopo-guerra. La sua abilità si vide tutta nella prontezza con cui si adattò alla nuova situazione. Non solo egli riconobbe subito le conquiste sociali del proletariato, ma seppe dal nuovo stato di cose trarre il massimo vantaggio. Fu Stinnes il fondatore della prima Arbeitsgemennschaft (Stabile collaborazione coi sindacati) nella quale le forze rivoluzionarie venivano addomesticate, potendo gli industriali accontentare facilmente con l'aumento dei salari le tendenze riformiste della classe operaia (i prezzi potevano infatti in forte misura aumentare per la indispensabilità dei prodotti offerti). Il crollo del marco facilitò il gioco di questi apparenti aumenti di salari. Gli aumenti degli stipendi e dei salari procedevano sempre più lentamente del giro della valuta, mentre gli industriali potevano attraverso la valuta Dumping esportare e guadagnare sui margini del basso costo. Si é sviluppata in quel tempo la strapotenza dell'industria, per modo che Rathenau poteva parlare di una mezza dozzina di nuovi Arciduchi che erano per le loro ricchezze i veri padroni del paese. A determinare questa situazione contribuivano la grande quantità di moneta cartacea in circolazione, le larghe indennità pagate dal Governo tedesco per i beni di proprietà dei cittadini nei paesi perduti, e finalmente i pagamenti che ricevevano gli industriali vendendo all'estero alcune delle loro fabbriche (per esempio nella Slesia): questi introiti potevano essere impiegati in sempre nuove faccende. Vi fu tutta una serie di speculazioni che si potevano tentare a colpo sicuro. Le azioni delle grandi società anonime, per es., erano quotate in marchi carta, senza alcun rapporto col loro vero valore, sicché per prezzi minimi si potevano comprare fabbriche intere. Dato il continuo crollo del marco era ugualmente una speculazione sempre sicura l'acquistare grandi partite di azioni a termine. Il successo di Stinnes é tutto qui, nel continuo abbassamento del marco. La Reichs Bank ne ha fatte in buona parte le spese: egli dava in pegno una partita di azioni e ne riceveva denari con cui poteva comprar subito altre azioni e restituirlo in carta svalutata. Gli industriali erano così naturalmente interessati alla svalutazione del marco che dava loro la possibilità di esportare a prezzo inferiore all'estero, pagando i costi di produzione all'interno con denaro cattivo. Colla moneta buona che ricevevano dall'estero e dalle banche (buona almeno nel momento in cui la ricevevano) era sempre possibile combinare nuove imprese più vantaggiose. Perciò accadde che lo stesso Stinnes in un momento in cui si era riuscito a stabilire il marco, lo fece ricadere ancora buttando sul mercato una grande somma di sterline per l'acquisto di carbone per conto delle ferrovie dello Stato, proprio durante l'occupazione della Ruhr! Stinnes comprava tutto. Il famoso trust verticale é una invenzione a posteriori. Egli acquistava prima, e combinava poi. Se si vuol trovare il tipo dell'industriale, dell'intraprenditore moderno, bisogna pensare a Rathenau. Stinnes non é che un tipo di affarista in grande. Rathenau é in coltura, in politica, in industria la sua più netta antitesi. Stinnes si accontentava delle materie prime. Rathenau fu l'uomo dell'industria di seconda lavorazione. L'A. E. G., il grande trust di Rathenau é un bell'esempio di una sola industria, la elettrica, organizzata a perfezione in tutte le sue parti. Invece Stinnes comprava tutto ciò che vedeva, carbone, terra, acciaio, ghisa, navi, legnami, giornali, alberghi. Quest'opera poteva affermarsi e fiorire in tempo di inflazione. Quando Stinnes avesse tentata la prova con l'economia tedesca in condizioni normali egli sarebbe certamente fallito. La morte ha sottratto a questo esperimento il re assiro dalla barba nerissima: e per sua fortuna la sua eredità sarà divisa tra diversi diadochi. PROCOPIO
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