AL NOSTRO POSTO
Se la politica di governo demiurgica e diplomatica consiste nel criticare gli esperimenti inutili avevamo anche noi questa volta la nostra soluzione pronta per la crisi ministeriale: un ministero Amendola con pieni poteri che ponesse e risolvesse anche il problema istituzionale. Ma tuttavia, questa parentesi studentesca avrà i suoi frutti. Uno dei frutti è intanto la selezione meravigliosa a cui abbiamo assistito nel mondo intellettuale. Istintivamente i migliori si sono stretti intorno alla Rivoluzione Liberale: abbiamo ricevuto le adesioni più inaspettate all'articolo del numero scorso. Si è sentito in uno di quei momenti psicologici che decidono delle validità più istintive e riposte degli spiriti che la Rivoluzione Liberale non é solo una rivista d'idee ma la vera continuità di una tradizione, la nuova classe dirigente, simbolo di un governo e di uno stato. Quello che conta si è che senza essere un partito né una società abbiamo seguito la nostra spontanea disciplina, non abbiamo patito diserzioni. Si può ancora aver fiducia nell'Italia se c'è un Luigi Einaudi che rifiuta di partecipare al ministero fascista. Si può aver fiducia se c'è un Giovanni Amendola che resta fedele alla sua coerenza e rinuncia serenamente, smascherando l'immaturità inebbriata che gli contrastava. C'è il caso Gentile; c'è se volete un piccolo caso Marchi. I lettori possono rileggere ciò che scrivemmo nel N. 27, nel N. 31. Non da oggi noi pensiamo che Gentile appartenga all'"altra Italia". All'ora della distinzione tra serietà e retorica ha voluto essere fedele a se stesso. Non saremo noi a pentircene. Da un pezzo pensiamo che la religione dell'attualismo sia una piccola setta che ha rinnegato tutta la serietà dell'insegnamento crociano. Dopo tutto tra i gentiliani abbiamo trovato sempre dei piccoli uomini, dediti alle camorre dei concorsi universitari. Gentile ci avrà suggerita una definizione esauriente del suo pensiero: la filosofia di Mussolini. Anche i filosofi hanno le loro responsabilità storiche. Noi ci stupiremo che Gentile assuma quelle che può. Resteremo al nostro posto di critici sereni, con un'esperienza di più. Attendiamo senza incertezze, sia che dobbiamo assistere alle burlette democratiche sia che dobbiamo subire le persecuzioni che ci spettano. Piero Gobetti.
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