NOTIZIE

    *Gli esuli russi ci ripagano dell'ospitalità di cui godono con una miserabile produzione libraria di politicanti. Solo un rinnegato meno che mediocre quale Vladimiro Frenkel poteva scrivere un opuscolo come Amore e bolscevismo Talmud e Khamstvo (Roma, "La Rapida", 1922), dove si profana la Russia e si pretende dare giudizi politici discorrendo di oscenità. In W. Frenkel c'è l'incultura di un intellettuale con una incoscienza plebea e con la meschinità di un diffamatore. Il curioso è che questi traditori della patria, che chiacchierano all'estero mentre i veri russi si sforzano con ogni sacrificio di costruire il loro Stato, diventano in Italia amici e ammiratori dell'Idea Nazionale (pag. 70): essi poi sono così analfabeti delle cose loro che vedono dei "profondi conoscitori della Russia" in Napoleone Colaianni e in Armando Zanetti! Ma neanche i lettori dell'Idea Nazionale leggeranno le spiritosità sgrammaticate di uno sciocco come W. Frenkel.

    *Giuseppe Prato è venuto facendo nel corso di alcuni anni, nelle sue lezioni alla Università Bocconi, una storia economica completa. Perché non la pubblica?

    *Si costituisce in Milano, sotto gli auspici del Partito Indipendente del Lavoro un Circolo di Studi Economico-sociali per le Classi Medie.

    Per un Partito, il quale, se abbiamo da guardare in fondo alle sue speranze e ai suoi fini dichiarati, tanto più numerosi quanto men chiaramente determinabili, mira a restituire in dignità e in potenza le classi impiegatizie, dando il meritato posto al "cervello della Nazione", tentare preliminarmente di far pensare questo cervello è una ottima idea. Vinciamo il nostro scetticismo per augurare che da una profonda meditazione economico-sociologica sorga il pensiero, se non di abolire il partito, per lo meno di snellirne e immodestirne il programma: per chi ci riesca sarà già una grande opera ridurre in sindacato economico l'apatica ed eterogenea classe degli impiegati.





    Quanto al farsi di essa una scala ed un appoggio per l'attuazione di quelle riforme, che in mezzo allo sfasciarsi di luoghi comuni democratoidi e d'indigesti sindacalisti, alcuni ispiratori Rathenauiani riuscirono a far emergere nel programma il gioco che non vale la candela. Di inframettenze statali ne abbiamo anche troppe perché altre ce se ne procurino, auspici gli impiegati, attraverso le ubbie dei governi economici.

    *Lorenzo Viani è un pittore degno di nota; ma come scrittore è un anacronismo; la sua esaltazione di Ceccardo è una cosa tronfia, falsa ed esteta: è un'apuanata. Da Ceccardo uomo non abbiamo nulla da imparare: era un garibaldino con la cravache al posto del fucile e la goffa maniera invece dell'eroismo. Viani poi è incorso in una lieve dimenticanza: s'è scordato appena che Ceccardo è un poeta elegiaco e che solo per questo ci può interessare, non come caposcuola dell'egoarchismo e dell'anarchia.

    *Nella nuova edizione de La Monarchia Socialista (Bologna, Zanichelli: rileggerla) Missiroli sopprime l'ultimo capitolo: C'è un maestro infallibile. Ossia Missiroli è (ed era già nel 1914) uno storico: la sua personalità di studioso è abbastanza diversa dalle sue deduzioni di pratico e resta estranea ai suoi antichi amori con la teocrazia come ai recenti coi socialisti. Missiroli ha ragione di sostenere di essere coerente nelle sue presunte contraddizioni: il torto è vostro. Ma sollevate la vernice (il polemista) e vi troverete sotto lo storico e il teorico della storia che si fa.