RIVOLUZIONE E DISCIPLINA

     Caro Gobetti,

     ho letto quanto scrive nel n. 2 aprile de La Rivoluzione Liberale su la breve critica che del Manifesto feci in Rinascimento. La prego di consentirmi una risposta, che sarà molto breve.

     Consento sostanzialmente, e direi quasi intieramente, nelle critiche che lei crede dirette contro il mio giudizio. Penso che del liberalismo, e dello Stato moderno, e della rivoluzione immanente in questo abbiamo lo stesso concetto. La libertà non é mai e non può essere fatta, ma è solo conquista che attualmente si compie. Lo Stato che implica questa libertà, e su di essa si fonda, implica quindi anche questa liberazione o rivoluzione, immanente. E la stato italiano, o meglio i governi e i parlamenti che lo rappresentarono, interpretarono male questo pensiero, ma non lo smentirono mai e in momenti decisivi, come nelle crisi del 1898, finirono col rimanerle fedeli. Solo da quando il Partito Popolare è divenuto elemento necessario di governo e il liberalismo si è alleato con esso si può fare la questione se il fondamento stesso ideale dello Stato moderno non sia in pericolo.

     La critica che ella critica era frammentaria: riguardava, non il Manifesto, ma solo un giudizio, una valutazione concreta del comunismo e di un auspicato partito di contadini. e la conclusione su la disciplina nazionale, alla quale venivo, toccava non lei o il gruppo dei suoi amici, ma, in genere, i dirigenti di quei due partiti, fatto ed in fieri.

     L'atto spirituale della libertà, come noi l'intendiamo, non è solo rivoluzione: è anche, a un tempo, accettazione di quelle native e profonde esigenze dello spirito dalle quali nasce la legge; rinconquista della legge che c'è e che conserva la sua validità, per i valori universalmente umani che essa sancisce e difende. E opposizione di una legge nuova a quella parte delle leggi scritte e vigenti che è invecchiata e superata. Per questo i1 più grande rivoluzionario del secolo scorso, Mazzini, è stato anche il più fervido assertore di disciplina e di dovere.

     Ma concetti così vasti mal si chiariscono in poche parole; ed io non voglio, tuttavia, abusare della sua cortesia.

     Saluti ed auguri.


Dev.mo ROMOLO MURRI.