ESPERIENZA LIBERALE

Liberali e conservatori.

     Scrive Ubaldo Formentini nella Rivista di Milano un poderoso studio Le nuove fasi del diritto pubblico dopo la guerra.

     "Le forze che si classificano genericamente sotto il concetto di libertà non cesseranno mai, noi crediamo, di operare nel mondo, non saranno mai in senso assoluto né vecchie né nuove; sono un elemento eterno del fatto politico. Soltanto, per il breve spazio storico a cui si restringe la nostra veduta, a questo riferendo le nostre previsioni, stimiamo che quelle forze abbiano cessato di operare come elementi conservatori e si ridestino invece come forze rivoluzionarie".

     Ora il liberalismo non è mai stato conservatore. Il liberalismo soddisfa l'esigenza conservatrice creando un governo, ma per arricchire la spiritualità della vita sociale non può agire che come forza rivoluzionaria, come opposizione ai falsi realismi, alle idolatrie dei fatti compiuti. La funzione del liberalismo è mancata il giorno in cui ha dovuto assumere una responsabilità di governo senza e contro il popolo. In questo senso la condizione per la nuova affermazione liberale sarà realizzata nell'equivoco del governo socialdemocratico. Il liberalismo può estrinsecare la sua capacità creativa di uno Stato soltanto attraverso un autonomo processo di disciplina libertaria.

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Teatro e Finanza.

     "Poiché l'Italia ufficiale, per non si sa quale prodigioso fenomeno insperato, mostra finalmente di accorgersi della esistenza di un'arte drammatica, il nuovo segretario alle Belle Arti ne approfitti per affrontare una volta tanto, con animo risoluto, i cerberi del Tesoro e delle Finanze e li costringa colle buone o colle cattive, ad aggiungere uno zero, un umile modestissimo zero alla famosa cifra indicata (del premio governativo)" (R. Artuffo: Il Mondo, 16 marzo).

     Con quale risultato? Colla costituzione della Compagnia Talli Borelli Ruggeri avemmo questo risultato: che si rese inutile un maestro come Talli, si impedì ogni operosità a una grande attrice instancabile come Alda Borelli; si ricostituì di fatto una mediocre compagnia Ruggeri senza novità o serietà di programma. Altri dieci premi di questo genere e si corre il pericolo di rovinare tutti i nostri attori con formazioni artificiali di tal fatta. Ci sono o non ci sono quasi un centinaio di compagnie drammatiche che bene o male vivono e apprestano spettacoli? E non finiscono col venir fuori, quando meno lo si attende, da queste compagnie riesumazioni degne e novità pregevoli che ad ogni modo sono quelle che gli autori danno? In che cosa le condizioni presenti, senza l'intervento del governo, son di ostacolo all'arte? Il governo non creerà l'arte quando questa non c'è. E nel teatro nasce l'opera d'arte, ma il teatro non è opera d'arte. È documento di costumi, specchio di molteplici tendenze estetiche, moralistiche, economiche. Ciò posto, perché proteggere il teatro? O vorreste stampare a spese di Stato i romanzi di tutti gli italiani perché I promessi sposi sono un romanzo? La migliore proiezione e il miglior sussidio sono quelli che ognuno sa guadagnarsi da sé.

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Sciocchezzaio

     "Per Hegel pertanto il metodo si risolveva nel seguire ciecamente le necessità, evolutive mentali, corrispondenti a quelle reali dell'universo, rinunziando ad ogni concetto assoluto e ad ogni raziocinio nella invenzione e dimostrazione del vero" (Giuseppe Toniolo: Trattato dell'economia sociale. Introduzione, Firenze, 1915). A queste conclusioni giungono certi cattolici quando studiano sul serio!