POLITICA MINISTERIALE
I numi del giornalismo italiano e i loro devoti si sono dedicati da qualche anno all'esame e alla discussione delle crisi ministeriali. Noi che non ne discorriamo dobbiamo sembrare agli ingenui e agli esperti spiriti preclusi alla politica militante. Invero non abbiamo motivi per disprezzare le occupazioni dei "numi": ma nel collaborarvi pensiamo altro metodo. Lo studio delle combinazioni parlamentari (Giolitti - Orlando e De Nicola - Nitti - ecc. ecc.) ha un'importanza tecnica e dà la misura di molti fenomeni e di molti sentimenti. Ma la Rivoluzione Liberale s'è proposta compiti alquanto più complessi, vede le condizioni politiche presenti come uno spunto di azione futura e prima di dilettarsi nello studio di siffatte meccaniche vuol approfondire l'esame delle forze reali, delle crisi storiche più intime. Sostanzialmente questi fatterelli di cronaca parlamentare che servono in modo eccellente alla speculazione dei "numi" sono episodi di cultura (in senso ampio) che esamineremo a suo tempo non seguendo impressioni o desideri ma tessendo la breve storia, in cui si racchiudono, con oggettività e preparazione di storici. Dell'altra utilità (formale che ne può venir suggerita) non abbiamo tempo per ora di occuparci: ma questa è tecnica di governo e il consiglio più saggio vorrebbe richiedere una solenne moderazione, un'astensione da ciò che desta troppo clamore ed è intimamente tanto esiguo. L'antica illusione eroica sopravaluta l'azione esterna dei governi. Perché non ci proviamo ad usare un po' di misura, a chiedere umilmente più a noi stessi che ai simboli esterni? Perché non vorremmo sostituire la politica al pettegolezzo? |