DIALOGHI VENEZIANI

PARLAMENTARISMO IMMORTALE

    Pococurante – Non mi piace di fare profezie.

    Lo sapete, sono uno sperimentalista, preferisco il metodo deduttivo, che mi pare poi l'unico che possa dare qualche risultato nello studio dei fenomeni sociali. Non voglio fare profezie, e non mi azzarderei a prevedere cosa sarà del Partito popolare italiano. Ma una cosa mi pare certa: che don Sturzo è nato con la camicia.

    Candido – Vi pare proprio? Ed anche in questi momentacci?

    Pococurante – Momentacci? E perché mai? Considerate un poco: don Sturzo è indubitabilmente un abile manovratore, un pilota patentato per le navigazioni tra le secche. Anche questo ha il suo valore, in politica, e sono dei grandi ignoranti – o dei grandi invidiosi – coloro che torcono il muso o fanno gli offesi, con l'aria di dire: – Parlatene al mio mastro di casa. Tanto più che avviene quasi sempre così, che la sera si chiama il mastro di casa e lo si intrattiene in lunga e confidenziale conversazione intorno ai discorsi tenuti dal signore della mattina, e ci si umilia col proprio inferiore, mentre non ci sarebbe umiliati col proprio pari... Ma scusate, caro Candido. Io divago...

    Candido – Meno di quanto crediate, o fingiate di credere. Mentre voi parlavate io mi dilettavo ad attaccare alle vostre parole una rapida esemplificazione, la quale, sia caso o malizia mia congenita, mi si presentava molto contemporanea. Non vi pare che nella vostra immagine scherzosa entri più di un aspetto della dibattuta questione del "parlamentarismo"?

    Pococurante – Davvero che siete alquanto malizioso, mio caro, e con la vostra aria semplice e naturale siete penetrante. Non nego che, nel parlare, pensavo anche a quello ed alle tante cose fuori di luogo che si sono dette o per piaggeria a quelli che oggi stanno in candeliere o per ignoranza irreparabile o per stupidità infettiva. Parlamentarismo significa degenerazione del regime parlamentare, come assolutismo significa degenerazione del regime monarchico assoluto. Ogni regime degenera, come ogni uomo ammala. Quando si è detto regime degenerato non si è detto nulla intorno al regime, o non si sarebbe dovuto dire. E se, confondendo le carte, si è imbrogliato qualche villano e gli si è fatto intendere che regime degenerato è lo stesso che regime cattivo, può darsi che si sia fatta una piccola speculazione, ma è anche certo che si è fatta una baronata.

    Da questa confusione derivano tutte le altre. Se si considerasse il regime malato, si cercherebbe di curarlo, non di ammazzarlo. Invece si tira a sopprimerlo, cioè lo si tiene per cattivo in sé stesso, insuscettibile di risanamento, e tale si cerca di farlo considerare attraverso il giochetto che vi dicevo. Ma è una perdita di tempo. Questi ragazzi inesperti non sanno che si può sopprimere il Parlamento, ma non si può sopprimere il parlamentarismo.

    Candido – Mi pare d'intendervi. Anche qui la mia malizia mi mette sulla lingua certi ricordi di ieri.

    Pococurante – Lasciateceli pure. Ma all'esemplificazione verremo tra poco. Permettetemi di completare il mio pensiero, aggiungendo questa distinzione che mentre il parlamentarismo che vive accanto ad un Parlamento serio è una escrescenza che ha rapporto con la umana fragilità e non produce grandi mali – è come il fungo ai piedi del pioppo –; invece il parlamentarismo, che continua a vivere, anzi prospera, a Parlamento chiuso o ammazzato, è una crittogama che si diffonde su di un tronco divelto e abbandonato al suolo, favorita dall'ombra umidiccia e malsana del compagno inseparabile ed egualmente immortale del parlamentarismo, cioè il burocratismo. Ho fatto un po' di letteratura senza volerlo. Perdonatemi. Ma la sostanza non è affatto letteratura. Parlamentarismo e burocratismo sono termini correlativi. Sono due compagni che vanno a braccetto, si completano a vicenda, si sostengono a vicenda, si procurano a vicenda l'impunità. Sono due piaghe sociali, vecchie quanto l'accattonaggio e la prostituzione, più vecchie certamente della istituzione storica dei parlamenti e dei dicasteri, e che sopravviverà agli uni e agli altri, nella loro forma presente. Cerchiamo di riempire la parola astratta del suo contenuto quotidiano. In che cosa consiste il parlamentarismo? Nell'attività di procaccianti intorno al potere esecutivo, i quali usando indifferentemente, secondo le circostanze, dei due mezzi opposti della servilità e delle congiure, cercano di trarre il proprio tornaconto per sé, pei propri amici, pei propri clienti, ecc. Quest'attività, nell'epoca nostra dei regimi parlamentari si chiama parlamentarismo, perché si avvale spesso del potere legislativo, che è più vicino a quello esecutivo, usando degli uomini parlamentari di minore coscienza; in altri tempi, identica nella sostanza, ha avuto e può avere altre forme ed altre denominazioni. Si è chiamata o si chiamerà clientela, guardia pretoriana, camarilla di corte, ecc. Tutto lo stesso.





    Candido – Già; con questa differenza però, che la libertà parlamentare, come tutte le altre libertà, è come la lancia di Achille. Il Parlamento non può evitare il parlamentarismo, ma lo può smascherare, se esistono le libertà parlamentari, e se il Parlamento è tenuto nella sua dignità.

    Pococurante – Benissimo. Voi mi avete tolto la parola di bocca. Voi avete letto, come me, nei giornali di qualche settimana fa certe cose che non avevano l'aria di andare lisce. C'erano grandi interessi in gioco: cessioni ed appalti di ferrovie a privati; gruppi finanziari in cagnesco; un ministro pericolante, poi non più pericolante; un direttore di giornale in un brutt'impiccio; un deputato e giornalista che invoca intorno a Mussolini un corpo di sentinelle vigili, per preservarlo da... troppi fascisti. Tutto questo, malgrado tutti gli smoccolatoi a disposizione di un governo autoritario come il nostro, tutto questo ci si è presentato come un esempio classico di parlamentarismo senza Parlamento. Gl'ingenui sono rimasti un po’ interdetti, come rimangono interdetti nel constatare ad ogni piè sospinto che vive e prospera la esilarante istituzione del "telegramma da Roma" al "personaggio influente". Ma, Dio buono! come si fa a tenere in pugno la provincia senza il "telegramma da Roma"? E' il parlamentarismo immortale, che si adatta con facilità di trasformista a tutte le mode.





    Candido – Ora sì che abbiamo perduto di vista don Sturzo. Perché mi dicevate che era nato con la camicia e che ha avuto una fortuna, mentre tutti affermano che è nei più grandi guai?

    Pococurante – Ve lo dico in poche parole, perché si è fatto tardi e temo d'infastidirvi. Del resto non siamo molto lontani dal nostro discorso su Parlamento e parlamentarismo. Gli avversari di don Sturzo lo hanno accusato di aver fatto del gran parlamentarismo. Quest'accusa sarà stata magari esagerata per fini polemici, ma aveva un fondamento nella collaborazione a ripetizione data a tutti i governi, e contrattata con criteri un po' troppo ristrettamente mercantili, in certe occasioni anche in maniera poco simpatica. Tutto questo non ha giovato alla fama di don Sturzo. Ma il giorno che un governo lo ha messo nella impossibilità di collaborare, senza svenare il proprio partito, il pubblico, sempre di scarsa memoria, è disposto a dimenticare gli errori di ieri ed a dire: - Beh, cosa ne volevano? Così si rivoltano un poco le carte, e don Sturzo, accusato di parlamentarismo, diventa il difensore di un partito, cioè, in definitiva, del diritto di esistenza di una estrinsecazione legittima della vita parlamentare.

AUDITOR TANTUM.