LA MASSONERIA

    La Massoneria torna di attualità. Ecco un frutto tardivo e non chiesto di cui chiameremo cordialmente responsabile il fascismo. Le rivoluzioni spazzano via i morti; il fascismo, rivoluzione mancata di falsi profeti e di ciarlatani, li risuscita.

    Della Massoneria la Rivoluzione Liberale scrisse il 14 maggio 1922:

    "La campagna contro la massoneria era (tranne in casi specifici) una cosa ingenua, enfatica, astratta. Il più logico fu Croce che dimostrò la necessità di combattere non la massoneria, ma lo spirito massonico. La setta sostituisce il partito nelle società preistoriche. Oggi la massoneria é morta, senza che nessuno si assumesse il compito di combatterla; perché abbiamo ormai un principio di lotta politica".

    Si poteva dire che la Massoneria era morta nel 1922 perché era rimasta priva di ogni valore politico e non era il caso di dare importanza a quell'ultima forma meschina, in cui sopravviveva, di società privata di mutuo soccorso.

    Mussolini, mangia-massoni implacabile, ha lavorato a ricostituirla, corrotta corruttrice.

    Oggi si spera nel dissidio tra Massoneria e Fascismo, e nei quadri di Palazzo Giustiniani e di piazza del Gesù si vedono i successori o più candidamente i nuclei della prossima battaglia elettorale. Questa tattica piace alla nostra opinione pubblica, che dopo aver esultato per il trionfo fascista oggi con malizia e malignità attende in pace il ricorso storico. Lo spirito blando di tale opposizione fatalistica ha bisogno di sentirsi dire che tutto é pronto, che c'è chi farà: almeno per non provare rimorso della propria inerzia; solo il pensiero del segreto e del mistero conforta la loro paura e li fa certi delle successioni storiche e della provvidenza presente. Il jus murmurandi di Mussolini scolpì incisivamente la patologia di questi italiani ubbriachi di unanimità e di palingenesi, ma non disposti ad escludere di dover adorare domani un nuovo papa.





    L'opposizione massonica al fascismo ha questa consolante caratteristica, che può esser fatta signorilmente in silenzio; non impone di affrontare il nemico in piazza, giacché in piazza trattandosi di camicie nere gli italiani sono sempre riservati. Anche i modi settari del Risorgimento oggi non sarebbero più di moda. L'opinione pubblica é una cosa seria; non congiura come gli scamiciati comunisti, ed é amica della massoneria solo perché essa le potrebbe dare, senza rischio, la sorpresa di un gioco di prestigio, come a uno spettacolo di varietà.

    Tradimenti di questo genere hanno la virtù di non dispiacere al Duce che non farà arrestare neppure uno dei silenziosi cospiratori, rei di immaginazione, ma non di pensero. In questi stati d'animo Mussolini sa di poter governare invidiabilmente. Un'opinione pubblica silenziosa è subito addomesticata dal bel tenebroso, cui soltanto il gridar forte può incutere timore per ragioni di concorrenza.

    La lega democratica rivolge al segreto piano massone tutte le sue ansietà e c'è chi assicura di aver sentito questi costituzionalissimi uomini fondare i loro calcoli sul generale Capello che sarebbe disposto a marciare. In questo almeno i costituzionali massoni seguirebbero la giovanile baldanza fascista. In America la massoneria si é ridotta a un istituto di filantropia, in Italia terra libera di politici raffinati serve all'attività pubblica, é squisita istituzione di politica. Gli schiavi imitano come possono gli uomini e le civiltà moderne. Cercano il deus ex machina quando non riescono ad aver fiducia sulle proprie responsabilità.

    Nell'Italia di Giolitti e di Nitti la massoneria privata era un segno di povertà e di indecisione morale, era una residuo dello storico vizio del popolo intrigante, servile e letterario; nell'Italia di Mussolini la massoneria politica é il segno della raggiunta dignità pubblica. Certo, l'opposizione massonica, a base di complicazioni internazionali e di calcoli sui generali d'esercito, sulla Monarchia e sulla Santa Sede, sarà più motivo di spasso che di preoccupazione e bisognerebbe classificarla senz'altro tra le spiritose intenzioni del bel tenebroso; tra le risorse che non gli mancano per divertire e addomesticare gli italiani senza compromettersi.

    Bonomi sovversivo alleato alla monarchia, mediatore Capello, pronubo il Grande Oriente ecco una fantasia troppo arguta per non essere mussoliniana!

p. g.