PROBLEMA MILITARE

Lineamenti teorici introduttivi

    Dovendo affrontare un problema, qualunque esso sia, appare indiscussa condizione essenziale per l'indagine l'esatta comprensione dei suoi dati; ma anche quando essi siano con ogni cura chiariti e fissati, una seconda difficoltà si presenta nel porre la nostra mente in grado di investigare con la più perfetta obbiettività le possibili soluzioni del problema in rapporto ai dati stessi.

    Esaminando i recenti numerosissimi scritti intorno al problema militare, in ciascuno di essi si constata l'insufficienza, o della ricerca delle premesse, o dell'obbiettività della investigazione; in generale il metodo seguito consiste nel proporsi, a priori ed empiricamente, una soluzione del problema stesso, e quindi foggiare simulacri di ragionamenti critici diretti a suffragare le proprie preconcette conclusioni.

    La grave difficoltà incontrata nel ricondurre alla necessaria obbiettività il proprio pensiero, principalmente nei problemi militari, è però spiegabile in quanto le menti sono in generale straordinariamente perturbate da un fenomeno che, in questo campo stesso, per ampiezza e potenza ha superato e sconvolto ogni precedente concezione in merito. Riesce quindi naturale che, affrontando il problema la mente abbia già in pronto delle soluzioni aprioristiche che scaturiscono in modo immediato dall'immensa congerie di fatti osservati, e che in taluni casi, inoltre, non coincidono con le conclusioni a cui condurrebbe un esame approfondito ed obbiettivo dei fatti stessi.

    Sono così stati elaborati sistemi di ordinamento militare che, tenendo conto dell'evoluzione delle condizioni sociali, tendono in effetti a creare strumenti di azione bellica capaci di affrontare nel miglior modo un cimento congruente a quello testè sorpassato.

    Con ciò si vengono implicitamente ad elevare gli insegnamenti del presente conflitto al rango di teoria generale della guerra, mentre essi hanno valore soltanto nel loro campo particolare, poiché "la guerra nasce e riceve la sua forma dalle idee, sentimenti e relazioni esistenti al momento in cui, essa scoppia" (Clausewitz). Quindi gli insegnamenti in questione potrebbero essere applicati soltanto quando si ripresentassero situazioni storiche in cui idee, sentimenti, e reazioni fossero analoghi (tenuto conto dell'evoluzione attraverso i periodi storici) a quelli antecedenti la lotta da cui furono derivati.

    Come conseguenza evidente risulta che, nella sola ipotesi che effettivamente vi sia una forte probabilità che questa analogia possa prossimamente verificarsi, i sistemi di ordinamento militare, di cui si discorre, sono corretti.

    Riesce così acquisito che ogni tentativo di investigazione del problema militare, anche semplicemente considerato come parte del problema politico-sociale, deve tassativamente procedere da una esatta definizione della attuale situazione storica del paese cui ci si riferisce.





    Senza affrontare le difficoltà gravi che si verrebbero così ad incontrare per porre la nostra questione, si può riguardare la situazione storica sotto gli aspetti negativi, ed in tal caso affermare, ad un primo esame, che essa si rivela oltremodo lontana da quella occorrente come base per lo sviluppo di una teoria della guerra che diremo assoluta od integrale, cioè spinta alle sue estreme conseguenze di intensità ed estensione.

    In modo molto grossolano si può dire che, dal punto di vista militare, questi anni ci riavvicinano ben più al periodo che seguì alla caduta di Napoleone, ed al conseguente particolare aspetto del problema militare, che non gli ultimi decenni di preparazione bellica.

    Ed in proposito, sia permesso citare Foch: "En présence d'une Europe fatiguée et épuisée par les luttes quelle venait de soutenir... la France demandait à son armée, mise au besoin en mouvement, le moyen de tenir son rang... D'où un état militaire spécial: recrutement, instruction, système de fortification, et un entendement particulier de la guerre. D'où 1'étude et la préparation d'une guerre déterminée, la guerre des cabinets, qui suffisait aux besoin de l'époque".

    Chiaramente si vedono qui delineati i concetti della dipendenza della teoria della guerra dalla situazione storica, ed, in conseguenza, della teoria sufficiente e particolare in contrapposto alla teoria assoluta e generale.

    Già molti indizi in questo momento lasciano prevedere il ritorno degli eserciti al posto tenuto in passato nella politica internazionale, e poiché come si è visto non appare possibile lo sviluppo della teoria integrale della guerra, occorre ricercare la soluzione del problema proposto, cui validissimo ausilio possono portare gli insegnamenti della storia, in vie assai discordanti da quella attualmente seguita.

    Con altre parole: reso impossibile lo sviluppo della teoria integrale, non riescono logicamente attuabili gli ordinamenti pratici corrispondenti, cioè, al presente non si possono tradurre in pratica gli insegnamenti della guerra testè combattuta.

    Fissata così, per esclusione, la via su cui l'indagine dovrà proseguire riesce però evidente che, poiché quando la situazione storica andrà mutando anche lo strumento bellico dovrà di conseguenza essere mutato, questa trasformazione dovrà essere predisposta.

    Le difficoltà che si frappongono a lente trasformazioni militari non sono quasi mai di ordine materiale; è lo spirito che presenta una specie di isteresi (cioè resistenza all'orientamento) rispetto alle nuove concezioni. Occorre fin da ora prepararlo per il momento in cui la mutata situazione storica imporrà la ripresa in esame di una teoria della guerra senza limitazioni. Quindi, qualunque sia la conclusione a cui potrà averci condotta l'indagine sulla attuale soluzione pratica, cioè materiale del problema, occorrerà considerare come compito primo la formazione dello spirito militare di domani.





    Ed è soltanto lo spirito che può raccogliere gli insegnamenti della grande guerra, perché il perpetuare le sole forme materiali da essa conseguenti, quando esse non sono corrispondenti alle necessità del momento, non può servire che a far ripiombare le concezioni militari nel più gretto formalismo.

    Anticipando conclusioni cui si giungerebbe in altri campi di indagine si può affermare che il conflitto che si produrrà quando si sarà verificato il cambiamento della situazione storica come abbiamo sopra accennato, avrà ancora i caratteri di un accanito conflitto di genti diverse. Si tratta quindi di formare lo spirito militare occorrente nel caso ineluttabile in cui si dovesse guidare un popolo in un conflitto spinto a fondo.

    Compito terribile che diverrà imperseguibile se non si sarà provveduto in tempo a creare gli uomini capaci di risolverlo preparando loro, nello steso tempo, la via.

    Un'analisi approfondita di questo nuovo e più ristretto problema non c'interessa che sotto un aspetto : la preparazione degli elementi di pensiero negli uomini che dovranno domani risolvere le questioni militari. Cioè, riportandoci alla radice: la ricostruzione (che potrà impiegare molti anni) della teoria integrale (e d'ora innanzi non parleremo che di quella) della guerra.

    I metodi d'indagine critica storico-militare hanno nell'ultimo secolo fatto grandi progressi, e sono, per nostra fortuna, oltremodo distanti i tempi in cui si credeva di poter codificare la guerra. Oggi pensando che vi fu un tempo in cui le azioni belliche erano giudicate soltanto secondo i precetti della teoria allora in uso, non possiamo frenare un lieve sorriso; scoramento profondo ci produce però il sentire ora affermare empiricamente che tutte le teorie sono crollate.

    Noi concepiamo la teoria della guerra come una legge che si trae da una serie di fenomeni della stessa classe; ora, è evidente che ogni fenomeno apporta nuovi elementi per l'affinamento della legge ma è altrettanto vero che la legge non può essere esclusivamente la parafrasi dell'ultimo fenomeno, ma bensì la sintesi di esso, e di tutti gli altri presi insieme.

    Ciò è tanto più vero se dell'ultimo fenomeno non si hanno che notizie grossolane, in attesa di poter ricostruire tutto quell'insieme di elementi che lo individuano nella sua interezza.

    Riesce così evidente essere errato il modo abituale di porre il problema della teoria militare della guerra da parte degli storici politici che in forzata mancanza di conoscenze tecniche adeguate, sono condotti a trasportare l'evoluzione dei metodi tattici nel campo della teoria medesima.

    Riesce inoltre dimostrato: essere assurda la distrazione immediata ed a priori della teoria perché in essa (sopratutto nella forma esteriore) non appare facilmente inquadrabile l'ultima guerra; e, in via subordinata: essere però necessaria la esatta ricostruzione di questa medesima guerra onde poterne tener conto nella nuova teoria.

    Evidentemente ciascuno dei due problemi subordinati qui lumeggiati: ordinamento (materiale) militare, e formazione dello spirito militare meritano un'analisi approfondita.


FESSIA.